I programmi di Sebastiano Tusa per la città di Sciacca
SCIACCA – Un altro momento commemorativo e di ricordo della Sicilia ieri nei confronti di due archeologi di fama internazionale che con la loro passione hanno valorizzato la storia della Sicilia.
Il “Museo del Mare e delle Attività Marinare” di Sciacca è stato intitolato a Vincenzo e Sebastiano Tusa nel corso di una cerimonia alla quale hanno preso parte la moglie e uno dei figli dell’ex assessore regionale ai Beni Culturali morto tragicamente tre anni fa in un incidente aereo.
Un atto di riconoscenza e amore della città verso due professionisti appassionati che tanto hanno dato anche alla città di Sciacca in termini di conoscenza storica e cultura scientifica. Alla scopertura di una grande targa in ceramica posta all’ingresso dello spazio museale ospitato nel complesso monumentale “Tommaso Fazello”, erano presenti le autorità cittadine, il Soprintendente al Beni Culturali della provincia di Agrigento Michele Benfari e l’attuale Soprintendente Regionale del Mare Ferdinando Maurici. Non c’era l’assessore regionale ai Beni Culturali in carica, Alberto Samonà, che era stato al Fazello in occasione della inaugurazione della Galleria, quasi 2 anni fa.
Sebastiano Tusa pochi mesi prima della morte aveva partecipato a Sciacca ad una Lectio Magistralis sul Fazello, una giornata dedicata al grande lavoro fatto dallo storico e archeologo per la scoperta dei resti di Selinunte ed Eraclea ed all’importanza in questo contesto geografico del territorio di Sciacca. In quella occasione aveva annunciato che stava lavorando per l’acquisizione al patrimonio dei beni culturali del complesso monumentale di Santa Margherita, che nei suoi obiettivi doveva diventare finalmente il Museo regionale che la città agrigentina ancora non possiede, pur disponendo di migliaia di reperti storici.
Un sogno che presto diventerà realtà grazie ad uno stanziamento regionale di 7 milioni di euro che prevede la musealizzazione dell’intero storico complesso. “Sebastiano amava Sciacca – ha detto commossa la moglie – e qui aveva tantissimi amici”. Il riferimento è al compianto Primo Veneroso, a Michele Benfari, a Gaspare Falautano e tanti altri.
Giuseppe Recca