I 5 ex pentastellati pronti a formare gruppo all’Ars. Mangiacavallo & C. si muovono verso il centro

Il deputato saccense MatteoMangiacavallo, ex pentastellato e super votato con 14.988 voti, ci racconta che lui e i suoi 4 colleghi hanno “provato a riportare il Movimento 5 Stelle al centro del Parlamento e della politica siciliana”, ma senza esito. Anzi, vi è stata una forza centrifuga che li ha spinti a lasciare i grillini. Una virata che portasse il M5S ad essere protagonista della vita politica di Sala d’Ercole, per evitare di “esserci schiacciati sul centrosinistra, pensando di tradurre in ambito locale quello che avviene al governo nazionale”.

Mangiacavallo sostiene che la vicenda Tancredi “sia un pretesto per non affrontare il problema vero”. Racconta che “per tre volte, il Movimento si è appiattito sulle decisioni del Pd”. A cosa si riferisce Mangiacavallo? “All’abolizione del primo articolo della riforma dei rifiuti, alla bocciatura dell’esercizio provvisorio, a un emendamento sui finanziamenti per Bellolampo. Una volta il nostro gruppo era l’ago della bilancia. Non lo è più”, chiosa.

Mangiacavallo appare sempre più punto di riferimento dei cinque uscita dal Movimento e il nuovo gruppo potrebbe dare il primo vagito già in settimana. Il primo passo del nascituro gruppo è un disegno di legge che rischia di far litigare i partiti della maggioranza di centrodestra. Disegno di Legge firmato dai deputati Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Angela Foti ed Elena, ma anche daSergio Tancredi, quest’ultimo attualmente nel gruppo misto.

Insomma, ecco la “prima” per quello che sempre più appare come un gruppo frutto della scissione dei grillini all’Ars. Cosa prevede il ddl? Il contenuto non è affatto secondario. Con un testo molto breve, di due soli articoli, in pratica, i deputati regionali chiedono di togliere la delega all’identità siciliana al neo assessore della Lega Alberto Samonà. Ovviamente, nel ddl non si fa espressamente riferimento né all’assessore, né alla Lega. Ma la proposta prevede di “scorporare” le deleghe, lasciando all’assessorato solo quelle strettamente correlate alla gestione dei Beni culturali, passando nelle mani del presidente della Regione quelle relative all’identità siciliana.

“Il presente disegno di legge – scrivono i deputati ex e quasi ex grillini – persegue la finalità di garantire la tutela della promozione e della conservazione delle tradizioni e dell’identità siciliana, affidando questa importante attribuzione, che riguarda la nostra eredità culturale, alla Presidenza della Regione, in quanto maggiore rappresentante della volontà popolare siciliana, garantendone, così la continuità dell’azione e preservandola dalle dinamiche che i contesti politici comportano”.

Tradotto: via l’identità siciliana dall’assessorato da poco finito nelle mani della Lega. Non una novità assoluta. Ed è questa, in realtà, la vera novità. Perché un disegno di legge sostanzialmente identico, era stato depositato giorni prima da un altro deputato: il capogruppo dei Popolari e autonomisti Carmelo Pullara. Il capogruppo, quindi, di un partito della maggioranza di Musumeci.

Mangiacavallo ha considerato “un errore la delega dell’identità siciliana alla Lega, ma non hanno mai protestato contro l’interim a Musumeci”. Intanto, c’è già la prima occasione per far assurgere al nascituro gruppo di ex il ruolo dell’ago della bilancia per un voto che potrebbe provocare qualche scossone nella maggioranza. Il voto per il disegno di legge, assegnato alla commissione Affari istituzionali, che ha già ricevuto il via libera alla “procedura d’urgenza”.

Il nascituro gruppo non ha i connotati degli estremi. Punta la bussola verso l’area della moderazione.

Filippo Cardinale