Hotel della Regione venduto ad un terzo del valore. La Corte dei Conti condanna al risarcimento l’ex Ragioniere generale e l’ex dirigente del Patrimonio

PALERMO. Maxi sconto e maxi pene inflitte dalla Corte dei Conti di Palermo. Il caso riguarda la vendita del Florio Park Hotel, di contrada Magaggiari a Cinisi. Un caso di eclatante svendita del patrimonio di Palazzo d’Orléans. La notizia è stata pubblicata su La Repubblica (Palermo) a firma di Claudio Reale.

L’albergo era stato valutato più di 14 milioni e mezzo, ma fu venduto tre volte di meno, per 4,7 milioni. La Corte dei Conti ha stabilito che la differenza dev’essere risarcita dai dirigenti regionali che hanno dato l’ok alla vendita. E nella scure della Corte dei Conti sono finiti l’ex Ragioniere generale Mariano Pisciotta e l’allora dirigente del Patrimonio Dania Ciaceri. Per la Corte dei Conti devono risarcire 3,1 milioni di euro per rimediare al danno erariale provocato.

La storia ha inizio nel 2004 quando la Regione fa valutare l’albergo  di proprietà dell’Ente minerario siciliano, e lo colloca sul mercato. Vengono bandite  diverse gare d’appalto ma tutte vanno deserte.
Si decise di cedere il complesso facendo valere il diritto di prelazione dell’Albatour, la società che da più di venti anni lo gestiva. Il prezzo viene fissato a meno di un terzo di quanto stimato. La vendita si è perfezionata nell’autunno del 2013 al prezzo di 4,7 milioni.

“Dal prezzo di mercato rivalutato, fissato in 14.684.120 euro – annota l’accusa, sostenuta dalla viceprocuratrice generale Maria Concetta Carlotti – veniva decurtata la somma di 7.281.904 euro corrispondente al 50 per cento degli investimenti sostenuti dalla società, nonché la somma di 2.669.504 euro, costituita dal 50 per cento dei costi relativi ad altre opere di manutenzione da realizzare”.

Secondo la sentenza, corroborata dalle indagini condotte dal nucleo di Polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo, una parte di quelle spese è per di più relativa “all’acquisto di arredi e corredi”, come annota la sentenza pronunciata dalla corte presieduta da Vincenzo Lo Presti e composta da Gioacchino Alessandro e Francesco Cancilla, quindi non era rimborsabile. Pisciotta, dunque, dovrà risarcire un milione e 67mila euro, mentre Ciaceri è chiamata a restituire due milioni e 37mila euro