GUP, PAPELLO FU GROSSOLANA MANIPOLAZIONE DI CIANCIMINO

Il papello, l’elenco con le richieste che Totò Riina avrebbe fatto allo Stato per fare cessare le stragi mafiose, è “frutto di una grossolana manipolazione” di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo e teste principale del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

Lo scrive il gup Marina Petruzzella che ha depositato le motivazioni della sentenza con cui ha assolto uno degli imputati del processo sul presunto patto tra Cosa nostra e pezzi delle istituzioni, l’ex ministro dc Calogero Mannino.

Ciancimino “lo ha fornito solo in fotocopia senza dare di ciò alcuna motivazione plausibile, posto che la circostanza che si trovasse in cassaforte all’estero non avrebbe impedito la consegna dell’originale; – scrive il gup – ed è evidente che le fotocopie, con l’uso di carte e inchiostri datati, impediscano l’accertamento delle epoche degli originali, oggetto della copiatura; non ha voluto rivelare chi gli avesse spedito il papello dall’estero, come da lui sostenuto, né perché non potesse dirlo ai pm e ha detto di non conoscerne l’autore”.

“E naturalmente – stigmatizza il giudice – non si può non sottolineare come il castello accusatorio si sia fondato su documenti prodotti da Massimo Ciancimino in semplice fotocopia e non in originale”.

“L’analisi integrale delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino ne ha rivelato l’assenza di coerenza e ha reso palese la strumentalità del comportamento processuale, la gravità degli artifici adoperati per rendere credibili le sue sensazionali rivelazioni e giustificare le sue molteplici contraddizioni e per tenere sulla corda i pubblici ministeri col postergare la promessa di consegnar loro il papello, carpirne così la considerazione e mantenere sempre alta su di sé l’attenzione generale, accompagnato nel suo luminoso cammino dalla stampa e dal potente mezzo televisivo, stuzzicati con altrettanta astuzia”.

 “In particolare – prosegue il gup – sul finire del 2008 creava abilmente nei pm, che lo interrogavano sulla trattativa tra il padre e i due carabinieri del Ros, l’aspettativa del papello, che forniva solo in fotocopia sul finire del 2009, dopo averli riempiti di documenti del padre, selezionati a suo scelta e consegnati nei tempi da lui decisi, e di informazioni modulate a seconda delle evoluzioni del suo racconto e delle contraddizioni in cui andava incespicando. Non può mancarsi di notare ancora una volta: che l’autore del papello consegnato dal Ciancimino in copia ai Pm non è stato identificato”. 

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