L’ingegnere saccense Mario Di Giovanni è uno specialista nel radiografare le procedure e i documenti relativi al campo delle trivellazioni. Grazie al suo acume ha consentito il blocco e le revoche ad autorizzazioni in fase di concessione e concesse a compagnie che avevano individuato il Mediterraneo come zona di trivellazioni, anche di fronte la nostra costa.
Nei giorni scorsi abbiamo diffuso la notizia di un via libera alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, “che se darà esito positivo permetterà alla società proponente di ricercare Sali sodici e alcalini nella valle del Fiume Platani”, dice Mario Di Giovanna. La società che ha inoltrato la richiesta è la GENERAL MINING RESEARCH ITALY.
Ecco cosa suggerisce l’ingegnere Mario Di Giovanna per contrastare la possibilità che una delle zone più incantevoli della Sicilia, la Foce del Platani, venga presa d’assalto dalle trivellazioni.
“L’unica arma che noi cittadini abbiamo in mano- spiega Mario Di Giovanna- è presentare le osservazioni al progetto da inviare all’assessorato regionale Territorio e Ambiente. Questa procedura è estremamente utile ed efficace, nel caso delle battaglia contro le trivellazioni petrolifere ci ha permesso di rispedire al mittente numerosissimi permessi di ricerca di idrocarburi”.
PRIMO PASSO- CERCHIAMO LO STUDIO DI IMPATTO DI AMBIENTALE
“Il primo passo- continua Di Giovanna- è collegarsi al sito dell’assessorato, scaricare la documentazione, leggerlo, farsi un opinione e se contrari scrivere le proprie opposizioni”
Per trovare il progetto occorre, sulla colonna di sinistra, cliccare su ‘Procedure’. Quindi si clicca su ‘VIA – D.L.gs 4/2008’. Si aprirà un motore di ricerca, scriviamo in ‘Cerca’, Ribera, cliccando la casella comune e quindi clicchiamo su ‘Cerca’.
Se abbiamo ben operato, avremo questa schermata.
La procedura che ci interessa è la seconda :la AG33 VIAR4 GENERAL MINING RESEARCH ITALY
Cliccando sopra avremo accesso alla procedura.
PRIME SORPRESE
E qui l’ingegnere Mario Di Giovanna indica le prime “sorprese”. “Ci sono solo due documenti, l’istanza e la Sintesi non tecnica. Strano, anzi molto strano. Perché alle procedure ambientali vanno normalmente allegati i progetti completi, lo Studio preliminare, gli avvisi e ove necessario le Valutazioni di Incidenza, studi geologici, etc.
Nelle procedure ambientali dei progetti petroliferi, strade, impianti, etc normalmente si trovano dalle decine alle centinaia di documenti, perché in questa VIA se ne trovano solo due?
Cosa è andato storto?
BRUTTE CONFERME
“Apriamo l’istanza- seguita Di Giovanna- e scopriamo che la società General Mining Research Italy, ritenendo che la documentazione contenesse segreti tecnici o commerciali ha richiesto di non pubblicare sul sito informatico gli elaborati tecnici ad esclusione della ‘Sintesi non tecnica’.
“Francamente dopo decine di valutazioni ambientali studiate, anche di una certa rilevanza ( impianti eolici offshore, richieste di coltivazione e ricerca di idrocarburi, posa di Pipe line, etc) è la prima volta che mi capita di vedere una cosa del genere- aggiunge l’ingegnere Di Giovanna-. In tutti gli Studi che ho visionato ad oggi, tutta la documentazione del SIA è sempre stata pubblicata nella sua interezza. Solo in un caso, relativo all’Impianto eolico di Pantelleria con fondazioni galleggianti, la società ha fatto valere il segreto tecnico, ma per dei particolari delle fondazioni che erano in attesa di rilascio di brevetto. Anche in quel caso, in cui la società si è avvalsa della riservatezza di contenuti tecnici e commerciali, tutto il Sia era stato pubblicato, ma i particolari tecnici di quell’aspetto di dettaglio delle fondazioni erano stati omessi.
D’altronde, come è possibile valutare l’impatto ambientale di un qualsiasi progetto se lo stesso non viene pubblicato? Magari il secondo documento, la ‘Sintesi Non tecnica’, sarà particolarmente dettagliata?”
Prima sorpresa sono solo 6 pagine, in cui la società, descrive con sole 4 righe il programma dei lavori:
ed una sfilza di ” Non esistono impatti sulla base di …” citando di volta in volta:
- procedure di campionamento e trivellazione che non vengono descritte perché contenute nel progetto che è stato secretato.
- Studi geologici, che non conosciamo perché sono stati secretati.
- ‘Attente programmazione delle attività in campagna’, che non conosciamo perché sono secretate
“La società proponente scrive inoltre che eviterà “durante la fase di indagine le aree più sensibili”, ma è un affermazione che non possiamo riscontrare in quanto non sappiamo dove, come e quando andranno a campionare”.
“In sostanza, dobbiamo fidarci delle affermazioni della società sull’assenza di impatti significativi senza però potere svolgere alcuna forma di verifica. Il problema di fondo è che abbiamo il diritto, garantito dalla legge di valutare noi cittadini in maniera indipendente se ci sono effettivamente degli impatti sul territorio da parte delle loro indagini, e questo diritto ci viene negato dalla secretazione di tutta la documentazione essenziale del procedimento”.
RIASSUMENDO
La procedura di secretazione è estremamente delicata, perché contrappone due diritti, l’uno quello della società di conservare i segreti tecnici e commerciali, l’altro diritto, quello dei cittadini di essere informati sui progetti che insistono sul proprio territorio e di potere produrre le dovute osservazioni per minimizzare gli impatti o addirittura richiedere che il progetto non venga realizzato.
E’ limpido il fatto che il secondo diritto deve prevalere sul primo.
In altre parole la società può ben chiedere di secretare quelli che considera dei segreti tecnici o commerciali, ma questo diritto può essere concesso solo a patto che non venga limitato il diritto preminente della popolazione ad esser informati e ad opporsi.
Nel caso specifico la mancata pubblicazione di tutta la documentazione ad eccezione della ‘Sintesi non tecnica’, e non solo di alcune parti effettivamente riconosciute come segreto aziendale ha annullato il diritto ad informarsi e ed opporsi da parte del cittadino.
A tal fine è utile guardare cosa scrive il Ministero dell’Ambiente, link:
“È facoltà del proponente indicare, nell’ambito dell’istanza, la documentazione o parte di essa da non pubblicare per ragioni di segreto industriale o commerciale in modo da garantire la tutela della riservatezza. La DVA, verificate le ragioni del proponente,accoglie o respinge motivatamente la richiesta soppesando l’interesse alla riservatezza con l’interesse pubblico all’accesso alle informazioni.“
Di tutta questa delicata ed essenziale procedura, nella documentazione pubblicata non vi è traccia.
ALTRE MACROSCOPICHE ANOMALIE
Mancano nel sito web dell’assessorato le informazioni essenziali per presentare le osservazioni:
1) A chi vanno mandate?
2) entro quando?
COSA FARE
I rappresentanti del territorio devono, secondo l’ingegnere Mario Di Giovanna, fare:
- chiedere conto della procedura di secretazione, richiedendo all’Assessorato quali siano le specifiche motivazioni che lo hanno spinto a secretare tutti gli allegati tecnici ledendo integralmente il diritto dei cittadini a partecipare alla procedura ambientale;
- chiedere la sospensione in autotutela della procedura di verifica di assoggettabilità VIA per manifesta lesione dei diritti fondamentali ed inalienabili dei cittadini ad essere informati e di potere partecipare al procedimento ambientale, lesioni dovute alla secretazione di tutta la documentazione ad eccezione della sola ‘Sintesi non tecnica’ e della omessa pubblicizzazione nel sito dell’assessorato delle forme, modi e tempi per la presentazione delle osservazioni