GRANO SICILIANO, TANTA BONTA’ MA SENZA UN RICONOSCIMENTO DI QUALITA’
Alla Regione sembra si sia rimesso in moto l’iter a supporto delle richieste di iscrizione al Registro nazionale delle sementi – sezione varietà da conservazione.
I produttori di grani antichi siciliani chiedono maggiore attenzione e riconoscimenti perchè sono sicuri di avere sul mercato tutte le chances per sfidare quelli prodotti nel resto del mondo. Chiamato comunmente grano siciliano, in Sicilia ci sono le verietà tumminia, russello, perciasacchi. Le parole generiche grano siciliano secondo i produttori mettono in ombra i grani antichi di Sicilia e tutte le loro caratteristiche di pregio. Ecco perchè occorre una certificazione.
I produttori di grano nell’isola si sono riuniti a Castelvetrano, città di produzione del pane nero per eccellenza, per iniziare un percorso, sostenuto da Coldiretti, che dovrebbe portarli a un primo risultato, ottenere la certificazione per il grano raccolto.
La certificazione garantirebbe coltivazione, raccolta, ammasso e molitura. I grani siciliani sono senza microtossine, proprio perché nel momento della raccolta c’è una bassissima percentuale di umidità e questo evita la contaminazione di muffe. I grani siciliani, inoltre, hanno una migliore tollerabilità da parte dei soggetti che riferiscono disturbi nella digestione dei derivati dei cereali. L’aspetto salutistico, dunque, da il valore aggiunto ad una produzione che in questi ultimi anni impegna anche tanti giovani. Il sistema, però, è senza regole ed occorrono gli opportuni indicatori di riferimento.