Gli pignorano casa senza titolo di credito. La difesa si oppone alla richiesta di archiviazione per truffa
SCIACCA. Una vicenda giudiziaria lunga nella quale i protagonisti sono un’anziana saccense A.F. e l’egiziano Hussein Fares Ahmed. Quest’ultimo rischia di perdere la casa, acquistata con sacrifici, per un pignoramento senza un valido titolo di credito. L’avvocato dell’egiziano, Anna Checchinato, con studio a Como, ha presentato denuncia per truffa nei confronti dell’anziana saccense, alla Procura di Sciacca. La Procura di Sciacca ha chiesto l’archiviazione, il legale dell’egiziano ha fatto opposizione e venerdì prossimo (7 maggio) si celebrerà l’udienza dinnanzi al GUP del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico. Il giudice deciderà sull’opposizione e la richiesta di effettuare ulteriori indagini.
Circa un anno fa, esattamente il 2 luglio del 2020, avevamo riportato sul nostro giornale la vicenda. Un fatto che merita di essere rinverdito perché coinvolge un uomo che rischia di perdere la propria casa senza un valido titolo di credito. Una vicenda che è finita nelle maglie della lungaggine della giustizia.
IL FATTO. Nasce nel 2010 tra una saccense A.F. oggi 87enne e un egiziano di 49 anni, Hussein Fares Ahmed (ovviamente, ambedue avevano dieci anni in meno all’epoca dei fatti). La saccense è proprietaria di una casa a Baranzate, in provincia di Milano. L’egiziano spesso svolge attività per la donna saccense, a mero titolo personale, come l’incasso del canone di locazione che puntualmente gira alla donna.
Nell’agosto del 2010, l’egiziano chiede un prestito alla donna saccense e ottiene un assegno di 15.400 euro in data 17 agosto. A garanzia del prestito, Hussein Fares Ahmed firma una cambiale di pari importo a favore della signora A.F. con scadenza il 31 ottobre dello stesso anno.
A questo punto scatta una richiesta. La donna saccense chiede all’egiziano di andare a vivere con lei. Al rifiuto dell’uomo, la signora gli intima di non incassare l’assegno. Dunque, il prestito non matura, non prende efficacia perché l’assegno non viene messo all’incasso. In buona sostanza, i titoli non maturano l’efficacia in quanto il prestito non viene messo in vita.
IL RICORSO AL DECRETO INGIUNTIVO. Il 28 dicembre del 2010, la signora deposita un ricorso per decreto ingiuntivo presso il Tribunale di Sciacca per la restituzione della somma di 15.400 da parte dell’egiziano. Ricordiamo che Hussein Fares Ahmed non ha incassato l’assegno della saccense come prestito. Il 3 gennaio 2011 il Tribunale di Sciacca ingiunge Hussein Fares Ahmed di pagare la somma alla donna saccense.
UN DECRETO MAI NOTIFICATO E LA FIRMA CONTESTATA. Secondo il legale dell’egiziano, egli non ha mai avuto notificato il decreto ingiuntivo e la firma apposta sulla notifica non è sua. In buona sostanza, Hussein Fares Ahmed nella realtà sconosce l’esistenza del decreto ingiuntivo che non può, quindi, opporre. Opposizione che avrebbe trovato fondamento per mancanza del titolo per l’emissione del decreto ingiuntivo. Del resto, non avendo messo all’incasso l’assegno, l’egiziano non aveva maturato debito con la donna saccense.
Nell’agosto 2018, l’egiziano riceve la notifica di un decreto di fissazione di udienza relativa al pignoramento del suo immobile, acquistato con sacrifici e con un mutuo.
UNA NOTIFICA MAI AVVENUTA. L’avvocato di Hussein Fares Ahmed, Anna Checchinato, nella ricostruzione della vicenda attraverso la consultazione degli atti presso il Tribunale di Milano scopre che la donna saccense agisce “per un titolo inesistente e che nulla poteva dimostrare esserle dovuto” dall’egiziano e che il Tribunale di Sciacca aveva emesso il decreto ingiuntivo ormai da tempo (il 3 gennaio 2011) passato in giudicato e che successivamente aveva promosso azione di pignoramento immobiliare.
“Notifica mai avvenuta”, sostiene l’avvocato Anna Checchinato, che considera “doloso l’agito della signora A.F. in quanto era ben consapevole della mancanza di un titolo valido per ottenere denaro dal signor Ahmed. L’assegno di cui al decreto ingiuntivo non era mai stato incassato e la cambiale a relativa garanzia è stata restituita”.
LA VICENDA VA AVANTI. Hussein Fares Ahmed con atto di citazione per revocazione si rivolge al Tribunale di Sciacca. Dall’altra parte, la signora A.F. chiede di “dire inammissibile e rigettare l’istanza preliminare del signor Hussein di sospensione dell’esecuzione del decreto di ingiunzione non ricorrendo i presupposti di legge per la chiesta sospensione”.
I VIZI DI FORMA. In pratica la difesa della signora A.F. si è limitata “a sottolineare vizi di forma, non entrando nel merito della vicenda”. Il giudice del Tribunale di Sciacca ha ritenuto “inammissibile l’impugnazione per revocazione”, perché i riferimenti temporali indicati dalla difesa del signor Ahmed non avrebbero permesso di individuare la data di avvenuta conoscenza del comportamento doloso posto in essere dalla signora A.F. e poiché la notifica del decreto ingiuntivo tardivamente impugnato risulta regolare in mancanza di querela di falso.
Il buona sostanza, il Giudice ha ritenuto che il provvedimento straordinariamente impugnato “era conoscibile dall’appellante che non lo ha opposto nei termini di legge”. Una sentenza che, per l’avvocato Anna Checchinato, “si è limitata ad eccepire vizi formali senza entrare nel merito della vicenda”.
QUERELA DI FALSO. Nel corso del giudizio di appello, Hussein Fares Ahmed ha proposto querela di falso relativamente alla firma apposta sulla cartolina di ricevimento del decreto. La Corte di Appello di Palermo, ha fissato l’udienza al 2 luglio 2021. Intanto, il procedimento di pignoramento è stato sospeso su richiesta di entrambe le parti. “La difesa della signora A.F. insiste nel confermare i vizi di forma, senza entrare nel merito e senza dimostrare l’esistenza del titolo da cui la richiesta di emissione del decreto ingiuntivo”, spiega l’avvocato Anna Checchinato.
LA DENUNCIA PER TRUFFA. Si arriva al 20 maggio scorso 2021. Hussein Fares Ahmed, tramite l’avvocato Checchinato, fortemente preoccupato dal rischio concreto di perdere l’unica abitazione di proprietà, ha depositato presso la Procura di Sciacca denuncia contro la signora A.F. per truffa.
Filippo Cardinale