GIUNTA REGIONALE SCRIVE A MINISTRO GRILLI SU PATTO STABILITA’
La giunta di governo della Regione siciliana, riunita a Palermo nella sede di Palazzo d’Orleans, ha deciso di inviare una nota al ministro dell’economia, Vittorio Grilli, per chiedere l’applicazione di quanto concordato in sede tecnica in materia di patto di stabilita’ e relative deroghe. Revocato, poi, il bando per undici esperti del Dipartimento regionale dell’Energia. Alle relative esigenze si provvedera’ ricorrendo a risorse interne. In materia di personale l’esecutivo ha deciso di dare mandato all’Aran di riaprire la trattativa limitatamente alla parte giuridica del contratto di lavoro allo scopo di giungere alla mensilizzazione del FAMP. Il provvedimento, dopo il necessario passaggio sindacale, permettera’ di erogare con cadenza mensile (e non piu’ semestrale) le somme relative al piano di lavoro del comparto regionale non soggette a valutazione.
SICILIA: GIUNTA DELIBERA IMPUGNATIVA INNANZI CORTE COSTITUZIONALE- Inoltre, la Giunta regionale di governo, riunita a Palazzo d’Orleans, ha deliberato l’impugnativa, dinanzi la Corte costituzionale, di due norme statali ritenute lesive delle prerogative autonomistiche. In primo luogo, il ricorso riguarda norme che impongono alla Sicilia una contrazione delle entrate fiscali a vantaggio dello Stato. Si tratta dell’art. 16 del D.L. N.95/2012. Secondo la Regione, con questa norma, il legislatore statale ha scaricato sulla Sicilia un ulteriore, ingente e continuativo concorso alla finanza pubblica a partire dal 2012 e con cadenza annuale disponendo, nelle more dell’espletamento delle procedure di concordato previste per le Regioni a statuto speciale, che l’importo venga comunque accantonato annualmente sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali.
In pratica, una parte delle entrate regionali verrebbero accantonate a vantaggio dello Stato in assenza di qualsiasi trattativa o applicazione concordata in sede di conferenza paritetica come stabilito dallo Statuto e dalla giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale. Tale disposizione, che comprime l’autonomia fiscale regionale a vantaggio dello Stato, e’ dunque da ritenersi illegittima. L’impugnativa e’, inoltre, di primaria importanza, considerati gli effetti che la contrazione delle entrate produrrebbero per le casse regionali rischiando di compromettere la possibilita’ per la Regione siciliana di assolvere alle proprie funzioni.
Impugnato anche l’art.4, comma 3, D.L. 6 luglio 2012 n.95 (convertito dalla legge 7 agosto 2012, n.1359) che ha disposto l’obbligo per la Regione di trasmettere i piani di ristrutturazione e razionalizzazione delle societa’ controllate al Commissario per la razionalizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi (Bondi) e l’approvazione da parte di quest’ultimo.
La Regione siciliana ha gia’ anticipato rispetto allo Stato il riordino e la riduzione delle societa’ partecipate regionali prevedendolo nella propria legge finanziaria (art. 20, l.r.
n.11/2010). La pretesa approvazione statale del piano di ristrutturazione e razionalizzazione viola le attribuzioni statutarie della Regione siciliana e quelle proprie degli enti locali. Infatti, l’attribuzione allo Stato della decisione ultima sulla concreta applicazione della norma invade le competenze della Regione siciliana e degli enti locali ubicati nel suo territorio.
Per questo motivo, il Governo ha deciso di impugnare la norma statale solo nella parte in cui (art.4, comma 3) dispone che i piani di razionalizzazione vadano sottoposti all’approvazione dello Stato.