Giubileo Diocesano, ecco le chiese giubilari. A Sciacca è la Basilica di San Calogero
L’Arcivescovo metropolita di Agrigento, Alessandro Damiano, ha decretato le chiese giubiliari nella nostra provincia
Papa Francesco lo scorso 9 maggio con la Bolla “Spes non confundit” ha indetto per l’anno 2025 che inizierà con l’apertura della Porta Santa in San Pietro, oggi 24 dicembre e si concluderà il 6 gennaio 2026 «per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo» (Ib. 6). L’Arcivescovo di Agrigento per favorire quanti non potranno compiere il pellegrinaggio nella Chiesa Cattedrale di Agrigento, e “seguendo idealmente il cammino di santità di alcuni nostri fratelli che hanno vissuto la vita nuova in Cristo e sono modelli di fede per tutti”, sono da considerarsi chiese giubilari:
• il Santuario di Sant’Angelo di Licata;
• il Santuario di S. Giacinto Giordano Ansatone, chiesa madre di Santo Stefano Quisquina;
• la Basilica di S. Calogero al Monte di Sciacca;
• il Santuario Madonna della Rocca di Canicattì, chiesa che custodisce i resti mortali del Venerabile p. Gioacchino La Lomia;
• il Santuario Maria SS. degli Infermi, chiesa madre di Raffadali che custodisce il fonte battesimale in cui ha ricevuto il Battesimo il Beato Francesco Spoto.
• il Santuario Maria SS. di Porto Salvo in Lampedusa.
“La speranza- scrive l’Arcivescovo Damiano- nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce: “Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” (Rm 5,10). E la sua vita si manifesta nella nostra vita di fede, che inizia con il Battesimo, si sviluppa nella docilità alla grazia di Dio ed è perciò animata dalla speranza, sempre rinnovata e resa incrollabile dall’azione dello Spirito Santo”.
Il dono dell’indulgenza
In queste chiese giubilari si potrà accogliere il dono dell’indulgenza alle solite condizioni: con spirito di vero pentimento, escludendo qualsiasi affezione al peccato e mossi dallo spirito di carità si celebri la confessione sacramentale, si partecipi alla Celebrazione Eucaristica, si professi la fede con la recita del Credo e si preghi secondo le intenzioni del Papa. Inoltre, l’indulgenza potrà essere accolta anche da coloro che «individualmente, o in gruppo, visiteranno devotamente qualsiasi luogo giubilare e lì, per un congruo periodo di tempo, si intratterranno nell’adorazione eucaristica e nella meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi fin-ma legittima e invocazioni a Maria, Madre di Dio» (Norme Il). L’indulgenza si potrà inoltre ricevere con le opere di misericordia corporale e spirituale, l’ascolto e la visita, per un congruo tempo, dei fratelli e delle sorelle che si trovino in particolari situazioni di necessità e di difficoltà, degli anziani in solitudine e degli ammalati infermi. L’accesso al Sacramento della Riconciliazione sia promosso e agevolato, attraverso la disponibilità di confessori con ampiezza di tempi presso tutte le parrocchie, rettorie e chiese giubilari designate. Inoltre, si favoriscano mensilmente, ove sarà possibile, celebrazioni comunitarie del Sacramento della Riconciliazione. L’arcivescovo Damiano sottolinea come l’anno del giubileo possa “restituire a Dio il volto di Padre misericordioso, che soppianti quello più comunemente diffuso di giudice implacabile; restituire al Vangelo il suo vero contenuto, che riesca a scuoterci e a metterci seriamente in discussione; restituire a ogni persona la dignità umana, che spesso siamo portati a negare e offendere; restituire alla comunità cristiana la concretezza di un cristianesimo vissuto, che la preservi dal rischio di un cattolicesimo convenzionale e formale”.