GIRGENTI ACQUE SENZA SOLDI, ATI IN SILENZIO E CI SONO COMUNI GIA’ SENZA ACQUA
Ieri abbiamo pubblicato un articolo significativo sulla situazione che si è venuta a creare con la vicenda Girgenti Acque. La società idrica non ha liquidità per sostenere la manutenzione alle reti idriche e fognarie. L’ATI, pur essendo un organismo pubblico formato dai sindaci agrigentini, col suo silenzio sembra distante dai cittadini. Un silenzio gravissimo che riguarda il bene vitale, l’acqua, e un problema igienico-sanitario.
Il sindaco di Ribera, Carmelo Pace, è preoccupato. Ha già telefonato al Prefetto di Agrigento, al commissario della Girgenti Acque nominato dal Prefetto dopo l’interdittiva antimafia, al presidente dell’ATI, che è anche il sindaco di Sciacca.
“LA situazione è grave- dichiara Carmelo Pace- Girgenti Acque non è nelle condizioni di far fronte alle manutenzioni delle reti. Già diversi comuni, come Casteltermini e Castrofilippo, soffrono la mancanza dell’erogazione dell’acqua a causa di guasti non riparati. Ribera sta già risentendo dell’erogazione ridotta. Bisogna urgentemente trovare una soluzione e l’ATI deve darsi una mossa”.
Nel nostro articolo di ieri, abbiamo fatto il punto della situazione di Girgenti Acque, almeno nelle voci più salienti:
INCASSI DALLE UTENZE. Girgenti acque, incasserebbe dall’utenza circa 3 milioni di euro al mese.
DEBITI CON SICILIACQUE. Deve a sua volta pagare 1,2 milioni al mese per la rata di ripianamento dell’esoso debito nei confronti di Siciliacque (la società mista con la Regione che vende a prezzo altissimo l’acqua a Girgenti Acque).
ENEL. La bolletta incide per800 mila euro.
PERSONALE. Il costo del personale supererebbe il milione di euro sempre al mese.
PARCO AUTO. A risentirne è anche il parco auto. Senza soldi non è possibile manco fare manutenzione ai mezzi.
Gli altissimi costi fissi portano a pensare che rimarrebbe ben poco per affrontare i lavori straordinari necessari per garantire il buon uso delle reti idriche e fognarie del 27 Comuni che hanno consegnato le reti. Reti idriche , come si sa, colabrodo e condotte fognarie fatiscenti; senza dimenticare i depuratori fuori norma e sequestrati dalla magistratura.
Rispetto al quadro con confortante della Girgenti Acque, non meno roseo appare quello dell’ATI. Un ATI diviso tra 27 Comuni che hanno consegnato le reti e 16 “ribelli. Quest’ultimi, di mettere pozzi in Comune con gli altri non hanno intenzione. Non si conosce e non è dato sapere, quale sia l’idea dell’ATI nel partorire l’alternativa a Girgenti Acque, anche perchè necessitano tanti soldoni e i Comuni non hanno manco gli spiccioli a disposizione.
Se non si trova una soluzione urgente al problema, la provincia di Agrigento rischia di finire a secco. Ovviamente, con tutto ciò che comporta dal punto di vista igienico-sanitario. Ma anche di ordine pubblico: stiamo parlando del bene vitale, l’acqua.
Filippo Cardinale