GIRGENTI ACQUE, DI DELIBERTO E DI PAOLA: “IL CALCOLO CONTIENE ANOMALIE”
Presentata interrogazione. In modo particolare si contesta il calcolo di depurazione in contrada Sant’Antonio
Sulle modalità di calcolo del canone di depurazione da parte di Girgenti Acque, i consiglieri comunali Cinzia Deliberto e Simone Di Paola hanno presenbtato un’interrogazione all’Amministrazione. Secondo i due consiglieri, la modalità di calcolo contiene anomalie che sono, tra l’altro, state segnalate dai residenti della contrada Sant’Antonio, in particolare.
I due consiglieri, nell’interrogazione presentata, evdienziano l’ennesima “stramberia targata Gigenti Acque”. In particolare, le lamentele dei cittadini riguardano le procedure ed i costi di allaccio e scarico in pubblica fognatura, nonché i costi di depurazione.
Cittadini che segnalano “cifre esorbitanti per le già languenti tasche dei contribuenti” e che, scrivo i due consiglieri, “corrispondono a criteri di calcolo che appaiono palesemente iniqui”.
In buona sostanza, nell’interogazione, Di Paola e Deliberto, fanno emergere come “il costo mc per la depurazione, più il costo mc per lo scarico in pubblica fognatura, stando alle tariffe comunicate agli utenti, ammonterebbe complessivamente a circa 2,50 € mc”.
“Un’enormità, anche in considerazione delle medie nazionali (ben più basse!) dei costi per la fornitura idrica, pubblicati su tutti i siti delle associazioni in difesa dei consumatori, che vedono Agrigento far le Province dove l’acqua costa di più in Italia, raggiungendo picchi intollerabili: un record che francamente ci saremmo voluti evitare e che è l’ennesima conseguenza nefasta della mala politica, che ha trasformato l’acqua in business!”
Ma c’è di più. Secondo Deliberto e Di Paola, “pare – stando a quanto rappresentatoci dai saccensi – che i parametri per il calcolo dei costi della depurazione, più lo scarico in pubblica fognatura, vengano effettuati, non già sulla quantità mc di acqua in uscita, quella effettivamente depurata e sversata in fognatura (cioè sul servizio effettivamente fruito dai cittadini, per cui viene richiesto il pagamento), ma al contrario sulla quantità complessiva dell’acqua in entrata”.
I due consiglieri comunali sono ancora più chiari: “Viene fatto pagare il servizio anche con riferimento alla quantità di acqua che viene utilizzata per usi che non richiedono la depurazione, nè lo scarico in fognatura, a cominciare da quella che viene utilizzata per irrigare ed innaffiare giardini, aiuole o piccole estensioni di terreno destinato a verde privato”.
Nell’interrogazione, i due consiglieri comunali chiedono all’Amministrazione di sapere “sulla base di quali criteri si sia addivenuta alla definizione di questa procedura di calcolo; quali iniziative e soluzioni tecniche si intendano assumere per tutelare e salvaguardare i sacrosanti interessi dei cittadini, onde scongiurare condotte vessatorie; se non si ritenga opportuno interessare gli altri Sindaci dell’ATO idrico affinché si valuti la necessità di rivedere drasticamente le tariffe sopra esposte”.
Per quanto riguarda la recente sentenza ddel Giudice di pace che ha condannato la Girgenti Acque per l’applicazione dell’aumento delle tariffe con effetto retroattivo, Deliberto e Di Paola interrogano l’Amministrazione per sapere “se non si ritenga opportuno interessare l’ATO Idrico di questa importantissima sentenza ed in tal senso porre in essere tutte le iniziative atte a risarcire i saccensi delle somme illegittimamente loro richieste e pagate, anche mediante adeguate forme di compensazione, che tengano dunque conto della dichiarata illegittimità delle bollette fatte retroagire”.
Infine, i due consiglieri chiedono la convocazione di un Consiglio Comunale aperto, così da “concordare con la Comunità iniziative e percorsi atti a porre la parola fine a questo autentico “medioevo dei diritti”.