GIOVANNI PANIPINTO SCRIVE A CUTRO’: “CARO IGNAZIO, SARA’ UN VERO PIACERE INCONTRACI E PRENDERE UN CAFFE’. BIVONA E’ UN PAESE CHE RIPUGNA LA MAFIA'”

Caro Ignazio Cutro’, quando vuoi sarà un vero piacere prendersi un caffè insieme. Come ben sai io e l’Amministrazione che presiedo ti siamo stati vicini per garantire sicurezza alla tua abitazione”.

Il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, che è anche deputato regionale del Pd, scrive una lettera a Ignazio Cutrò, testimone di giustizia sotto scorta.

Il parlamentare coglie l’occasione epistolare per ribadire talune questioni. “Come ben sai, anche che sulla vicenda dei pagamenti che dovevi fare alla Serit -per ottenere il durc- ho adottato l’atto che impegnava il Comune a pagare a rate quanto chiedeva la società di riscossione. Sono stato tutti i giorni in contatto con il presidente della regione Lombardo, affinché ti venisse erogato il contributo. Devo dare a atto a Lombardo che è stato determinato a volere risolvere il problema”.

Poi continua: “Ho fatto,ovviamente, solo il mio dovere di cittadino e di Sindaco. Per la verità ci dovevamo incontrare il venti aprile per presentare un video che rappresentava la lotta alla mafia da te condotta. A quell’incontro non sei mai venuto. Avevamo preparato tutto nei particolari perché fosse una giornata importante contro la mafia. Bivona, che ha ricordato i centocinquanta anni del Liceo Classico, è un paese che ha nel proprio Dna sociale il disgusto e il rifiuto di ogni prepotenza e l’avversità verso la mafia. I fasci siciliani, la lotta per l’occupazione delle terre da parte del movimento social comunista è un movimento cattolico democratico, ispirato dal vescovo di Caltagirone, il Bivona De bono, protettore di Luigi Sturzo, sono la testimonianza di ciò che penso”.

“Al di là della storia- conclude Panepinto-  questo paese è un paese che ripugna la mafia. Caro Ignazio quando è dove vuoi tu possiamo stare insieme, magari in una serata di settembre all’aperto in mezzo ai tanti giovani che popolano il nostro centro”.

Per la vicenda del proprietario di una casa che ha rifiutato di affittara alla fidanzata del figlio di Ignazio Cutrò, Giovanni Panepinto scrive che “che ci sono tanti altri pronti a farlo e quello è certamente un cretino. Sentiamoci ed incontriamoci”.

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