Gibellina capitale italiana dell’arte contemporanea 2026

Alla cittadina simbolo del terremoto che devastò il Belice nel 1968 va adesso un milione di euro finanziati dal Ministero della Cultura per preparare i progetti presentati

Gibellina, con il progetto Portami il futuro, è la prima capitale italiana dell’arte contemporanea, il titolo introdotto quest’anno dal Ministero della Cultura. La città ha avuto la meglio sulle altre quattro finaliste: Carrara, Gallarate, Pescara e Todi. Le finaliste sono state selezionate tra 23 città che si erano candidate.

Alla cittadina simbolo del terremoto che devastò il Belice nel 1968 va adesso un milione di euro finanziati dal Ministero della Cultura per preparare i progetti presentati. La vincitrice è stata annunciata stamattina a Roma, nella sede del Ministero della Cultura, in Sala Spadolini, alla presenza del ministro Alessandro Giuli e del direttore generale Creatività Contemporanea Angelo Piero Cappello e della presidente della giuria Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Le finaliste hanno presentato i loro dossier nelle audizioni pubbliche dello scorso 25 ottobre: le audizioni si sono tenute sempre in Sala Spadolini al ministero.

“Diventare Capitale è una grande emozione ed è una grande responsabilità”, ha dichiarato il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera.

Le motivazioni della giuria per la vittoria di Gibellina: “La prima capitale italiana dell’arte contemporanea, con la sua candidatura, offre al nostro paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugandone il presente, memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale, per il suo coinvolgimento delle giovani generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali, per il fatto di essere città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città opera e una città da abitare, per il suo progetto con il quale la città diventerà un grande laboratorio, dove le pratiche e l’energia dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità, e del capiente concetto di eredità”.

Gibellina negli ultimi anni ha avuto un rilancio artistico grazie al Mac, il Museo di arte contemporanea realizzato dal critico d’arte Tanino Bonifacio nel 2021 quando ricopriva la carica di assessore alla cultura. E’ uno spazio museale dedicato a Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina degli anni del terremoto che devastò la valle del Belice. Ospita la più vasta collezione d’opere d’arte contemporanea del Sud Italia e in questi tre anni è stata ammirata da migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. “Un riconoscimento meritatissimo – dice oggi Bonifacio – per un territorio che ha scelto l’arte ha come cammino di rinascita e strumento di recupero della sua identità e della sua bellezza”.