GIARRATANO: “NOI SOCCORRIAMO ANCHE IN OMAGGIO ALLA MEMORIA DI MIO FIGLIO MORTO A 15 ANNI”
Soccorrere i migranti in difficoltà è un gesto che sta nel Dna della famiglia Giarratano, famiglia di pescatori. Gaspare Giarratano, 63enne, è l’armatore del peschereccio “Accursio Giarratano”, super tecnologico e autorizzato a navigare e pescare in acque internazionali. A comandare il grande peschereccio il figlio Carlo.
“Noi soccorriamo con tutto il cuore i migranti in difficoltà, e lo facciamo anche come omaggio alla memoria di mio figlio morto”, dice Gaspare Giarratano. L’equipaggio del peschereccio di Sciacca ha soccorso una cinquantina di migranti naufragati a 50 miglia dalla costa maltese nella notte tra mercoledì e giovedì.
Quei cinquanta superstiti componevano un gruppo molto più numerosi di migranti salpati dalla Libia. Di questo numeroso gruppo, almeno 150 sarebbero morti annegati. “L’Accursio Giarratano” non è alla prima esperienza del genere. Solcando quelle acque incrocia sulla propria rotta barconi o piccole imbarcazioni piene di disperati.
“E tutte le volte noi facciamo il nostro dovere, sbracciandoci e aiutando uomini, donne e bambini, perché è giusto così”, dice orgoglioso l’armatore Gaspare Giarratano. “Mio figlio Accursio – aggiunge – è morto nel 2002, dopo una lotta lunga due anni contro un male incurabile che lo aveva colpito. Se n’è andato che aveva appena 15 anni, e la nostra barca oggi porta il suo nome. Come potremmo voltarci dall’altra parte di fronte alle richieste di aiuto che provengono da esseri umani, che possono essere anche bambini, che magari ci guardano con gli occhi di mio figlio? No, noi li salviamo, e lo facciamo anche pensando al mio ragazzo, perché lui era come noi, e da lassù ci benedice”.
Ricordiamo che le autorità maltesi non hanno concesso un porto sicuro e la “Accursio Giarratano” è rimasta per ore e ore in quel tratto di mare per assistere i migranti. “Non li avremmo mai lasciati alla deriva, torneremo a casa dalle nostre famiglie dopo che avremo conosciuto la loro sorte”, ha detto in serata il comandante Carlo Giarratano.
Poi è arrivata una motovedetta proveniente da Lampedusa, che ha preso a bordo gli occupanti del gommone ed è ripartita in direzione dell’isola siciliana. “Adesso ci sentiamo più tranquilli, possiamo tornarcene a casa”, ha detto Carlo Giarratano.
Ma c’è anche un ulteriore episodio, accaduto nel 2003, in cui Gaspare Giarratano salvò un surfista saccense che si era disperso in mare. Riuscì a trovarlo in una zona diversa da quella indicata dalla Capitaneria, perchè, disse lui, “gli aveva detto, in sogno suo figlio, di a andare lí”. Gaspare Giarratano fu ricevuto allora in Comune dal Sindaco Ignazio Cucchiara per un encomio.
Nella foto, Carlo Giarratano, figlio dell’armatore Gaspare Giarratano e capitano del peschereccio “Accursio Giarratano”.
Filippo Cardinale