FORMAZIONE, SI CAMBIA. LA SICILIA COME BOLZANO, GERMANIA, PUGLIA
Dopo gli scandali e centinaia di milioni di euro spesi senza grandi risultati, la formazione cambia volto
In Sicilia la formazione cambia volto con una legge composta da 31 articoli e ispirata ai sistemi più virtuosi, come quelli di Bolzano, della Germania o della Puglia, con un decentramento delle competenze e cabine di gestione annuali basate sulle specifiche esigenze dei territori.
La riforma della formazioneè stata presentata, a Palazzo d’Orleans, a Palermo, dal governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e dall’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra.
“La parte veramente innovativa è il decentramento, i progetti saranno rinnovati ogni anno e affidati a liberi consorzi, città metropolitane e Camere di Commercio – ha detto la Scilabra –. Il meccanismo sarà quello dei voucher, tranne che per alcuni settori specifici come quello delle carceri. Inoltre abbiamo disciplinato l’apprendistato. L’alta formazione è demandata interamente alle università, saranno inclusi anche disabili e immigrati. Voglio esprimere il mio apprezzamento alla giunta, faremo dei passaggi con lavoratori, parti sociali e partiti all’Ars”.
“Altra novità è l’istituzione di un secondo albo – ha continuato l’assessore –. Il primo riguarderà sempre i lavoratori fino al 2008, quello nuovo includerà anche le scuole, e saranno coinvolte maggiormente anche le aziende”. Per essere ammessi a questo secondo albo si dovrà superare una selezione per titoli e per esame.
“La prima grande novità di questa legge sulla formazione – ha affermato il governatore Crocetta – è il piano formativo, perché non è più basato sulle proposte degli enti, spesso ispirate alla più ampia e azzardata fantasia umana, ma sul bisogno effettivo di Camere di Commercio, enti, scuole. Questa riforma apre un’integrazione tra il mondo della scuole e le esigenze del mercato. La prossima settimana toccherà a un disegno di legge sul diritto allo studio. Per un governo che non fa nulla mi pare che queste due leggi siano un segno del fatto che si lavora. Vanno articolati interventi formativi – ha continuato Crocetta –per l’infanzia, soprattutto per gli aspetti di disagio, come i bambini autistici o i figli di extracomunitari con handicap linguistici. Questi percorsi formativi possono servire a integrare programmi scolastici vecchi e antichi e dare una risposta più organica all’intero percorso formativo del disagio”.
“L’altra grande novità – ha aggiunto il governatore – è che la gestione non è più in mano alla Regione. Non saranno più saltati i pagamenti perché magari qualcuno non è amico di questo o quel dirigente. Questa riforma si integra con l’abolizione delle provincie e la riforma dei liberi consorzi di comuni e città metropolitane. Il sistema di istruzione continuerà a incardinarsi sul sistema pubblico statale, la Regione interverrà per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Sia chiaro, dunque, che non ci saranno scuole consortili o delle città metropolitane”.
“In ultimo – ha sottolineato –, le imprese saranno considerate veri e propri enti formatori e potranno fare apprendistato ai giovani, che potranno scegliere tra l’ente di formazione e l’azienda stessa. È un modello innovativo che avvicina la formazione al mondo del lavoro, perché le aziende, al termine dell’apprendistato, potrebbero decidere di assumere quel giovane. Voglio specificare – ha concluso Crocetta – che non parliamo di nuove assunzioni, ci saranno incentivi al prepensionamento e mobilità che incardineremo nel disegno di legge, in un sistema elastico in cui chi va in pensione viene sostituito da un giovane laureato”.