FORMAZIONE PROFESSIONALE: DIECI ARRESTI A CATANIA. IL PROCURATORE: “E’ SCANDALOSO, CON I SOLDI SOTTRATTI SI SAREBBERO POTUTI CREARE POSTI DI LAVORO E INDUSTRIE”
Continua il terremoto “Formazione”. Dieci persone sono state arrestate all’alba di stamane da militari della Guardia di finanza di Catania perché ritenute componenti di un’associazione per delinquere finalizzata all’illecita percezione di contributi nazionali e comunitari destinati alla realizzazione di corsi di formazione professionale.
E’ stato eseguito, anche, un ingente sequestro di beni. I reati contestati a numerosi indagati sono peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, falso e frode fiscale.
Sono coinvolti quattro enti di formazione con sede nel capoluogo etneo e operanti in tutta la Sicilia. I provvedimenti restrittivi, alcuni dei quali ai domiciliari, sono stati emessi dal gip su richiesta della Procura della Repubblica. L’indagine della Guardia di Finanza ha svelato l’indebita percezione di contributi per circa nove milioni di euro, allo stato accertati, sul totale dei circa 58 milioni ricevuti complessivamente nel quinquennio 2005-2010 per l’organizzazione e realizzazione di 112 corsi.
Il provvedimento cautelare ha interessato 10 indagati, per due dei quali e stata disposta la custodia cautelare in carcere. Per gli altri otto sono stati disposti i domiciliari. Il gip ha anche disposto il sequestro di beni per circa 3.700.000 euro.
Gli enti coinvolti sono l’Associazione nazionale famiglie emigrati (Anfe), l’Istituto di ricerche e applicazioni psicologiche e sociologiche (Iraps), l’Associazione nazionale famiglie emigrati siciliani (Anfes), e l ‘Istruzione, servizi, sport, volontariato, italiano e regionale (Issvir), tutti con sede a Catania.
Le indagini hanno anche interessato un funzionario della Regione Siciliana in servizio all’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Catania, che ha revisionato i rendiconti degli enti che avrebbe violato le regole di controllo in cambio di incarichi a congiunti in enti interessati dalle indagini.
Il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di Giuseppe Saffo, titolare di uno stabilimento balneare alla Plaia, e del nipote Francesco Cavallaro. Disposti i domiciliari per Concetta Cavallaro, Manuela Nociforo, Eleonora Viscuso, Domenico La Porta, Rosa Maria Trovato, Giuseppe Bartolotta e Biagio La Fata. È in corso l’esecuzione degli arresti domiciliari per un decimo indagato.
L’entità della frode scoperta nell’operazione, denominata “Pandora”, sui corsi di formazione é stimata in poco meno di 8 milioni e 900 mila euro. L’organizzazione avrebbe utilizzato documenti falsi per la rendicontazione di spese per acquisti di beni e servizi per più di 5 milioni e 456 mila euro. Giuseppe Saffo, secondo l’accusa, avrebbe incassato senza averne alcun titolo 1.483.974 euro.
“Avremmo potuto – ha detto il sostituto procuratore Giuseppe Gennaro – creare fabbriche, posti di lavoro e quant’altro. Siamo convinti che insieme alla Guardia di finanza riusciremo a dimostrare dove è finito tutto il resto del mare di denaro che é stato erogato dalla Comunità europea, dallo Stato e dalla Regione Siciliana per fare ingrassare alcune persone che hanno ville a mare, ville di 12 stanze”.
Il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè, che ha parlato di una “operazione scandalosa fatta sulla pelle della povera gente” ed espresso la sua “indignazione” per aver visto “come si sperpera il denaro pubblico per fini assolutamente privati”. “Si prepara da mangiare – ha concluso – per i ragazzi a cui si insegna a fare una frittata e questa va a finire in un lido balneare, dove la gente si siede e sceglie la frittata preparata con i soldi della comunità europea. È scandaloso”.
Questo il commento del presidente della Regione, Rosario Crocetta. .”Gli arresti di oggi effettuati a Catania su richiesta della Guardia di Finanza e del procuratore Gennaro, rivelano l’esistenza di un mondo di colletti bianchi protesi all’accaparramento illecito della risorse pubbliche. Tale mondo è stato coperto e qualche volta rappresentato da una parte consistente del sistema politico siciliano, che ha fatto anche gli affari con tale sistema deviato. Viene fuori il ruolo di qualche funzionario della Regione e di parenti eccellenti di politici, nello schema classico che troviamo in tutta la formazione: fatture false a fronte di servizi inesistenti e a volte anche di alunni inesistenti. Ormai sono pochi gli enti che si salvano dagli scandali ed è l’ora di ripensare concretamente a un nuovo sistema di formazione che faccia a meno degli enti privati, che non solo effettuano i servizi a costi molto più alti di quanto costerebbero direttamente alla Regione, ma forniscono spesso una qualità dei corsi assolutamente inaccettabile”.
Poi aggiunge: “La Regione sarà ancora più dura nei confronti di coloro che sbagliano o hanno sbagliato, ritenendo che i soldi dei siciliani debbano essere spesi per il popolo siciliano e non finanziare le clientele della politica. Su questo tema noi abbiamo aperto uno scontro sin
dall’inizio che sta portando a fare chiarezza e pulizia. Verificheremo anche i comportamenti che hanno avuto i funzionari e i dirigenti sulla vicenda denunciata dalla procura di Catania, ma ritengo che con altrettanta immediatezza bisogna attivare la procedura di sospensione dell’accreditamento degli enti e del personale regionale coinvolti. Intanto grazie ai magistrati per il loro splendido lavoro e grazie alle forze dell’ordine di Catania,con cui siamo sempre pronti a collaborare, fornendo ogni documentazione necessaria”.