Formazione professionale, arresti e sequestri: politici sotto accusa. Sequestri per 9 mln
I soldi della formazione professionale finanziati dall’Unione europea sarebbero stati spesi per finanziare il movimento politico Via fondato Nino Papania e aumentare il consenso elettorale
TRAPANI- Nel corso della mattinata di oggi oltre 60 finanzieri del Comando Provinciale di Trapani hanno eseguito 14 misure cautelari personali emanate dai Tribunali di Marsala e di Trapani, su richiesta della
Procura Europea, sede di Palermo, e della Procura della Repubblica di Marsala, nei confronti di noti esponenti politici del trapanese che hanno rivestito e/o rivestono importanti incarichi a livello comunale, regionale e, in un caso, nazionale. Sarebbe stato l’ex senatore trapanese l’ideatore del meccanismo illecito scoperto dalla sede palermitana della Procura europea e della Procura di Marsala. Il politico viene raggiunto da una nuova misura cautelare dopo che lo scorso settembre è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. Le operazioni odierne sono frutto di una complessa e articolata attività di indagine, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza trapanese sotto la direzione della Procura Europea e della Procura della Repubblica di Marsala, che ha consentito di disvelare la commissione di plurimi delitti di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e di condotte di riciclaggio e autoriciclaggio.
Secondo gli inquirenti, principale promotore e organizzatore degli illeciti perpetrati un ex Senatore della Repubblica nonché ex deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e Assessore della Regione Siciliana, coadiuvato stabilmente – tra gli altri – da un Dirigente di M.P.A. (“Movimento per l’Autonomia”) nonché del Movimento V.I.A. (“Valori, Impegno, Azione”), da un esponente del movimento V.I.A. di Marsala, e da un ex consigliere del comune di Cinisi (PA), interessati a ricercare e acquisire crescenti consensi intorno al movimento politico V.I.A., allargandone la composizione e l’area di influenza sul territorio trapanese e regionale, anche in vista di successive tornate elettorali. Secondo la ricostruzione dei pm europei Calogero Ferrara e Amelia Luise la formazione professionale sarebbe stata usata come un “bancomat” dalla politica. Bancomat ma anche luogo di privilegi. Quattordici persone sono state raggiunte da una misura cautelare personale – fra arresti domiciliari, divieto di dimora e di contrattare con la pubblica amministrazione – ma gli indagati sono in tutto 24 fra cui sei esponenti politici locali.
Per gli inquirenti, parenti e amici, pur non avendo le competenze necessarie, avrebbero ottenuto lavori, nomine e promozioni negli enti di formazione in cambio del sostegno elettorale. Al fine di conseguire illeciti arricchimenti e di perseguire l’ambizioso progetto politico, i principali indagati, avvalendosi strumentalmente degli enti CE.SI.FO.P. (Centro Siciliano per la formazione professionale), I.R.E.S.
(Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Tai, hanno ottenuto indebitamente
finanziamenti gravanti sul Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale, taluni dei quali non tenuti, come accertato nell’ambito delle indagini. Di detta somma, circa ottocentomila euro sono stati già percepiti e impiegati per il sostenimento di spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico V.I.A. e a campagne elettorali, e ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati. Le Fiamme Gialle, in esecuzione dei provvedimenti emanati dalle Autorità Giudiziarie, hanno operato il sequestro, anche per equivalente, di circa 1 milione di euro, pari all’ammontare delle somme malversate o riciclate, nonché il sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati. Le indagini hanno altresì consentito di accertare come a sei esponenti politici locali – quattro dei quali attualmente consiglieri presso i Comuni di Marsala e Custonaci – e, soprattutto, a loro congiunti, pur privi dei requisiti e delle competenze richieste, siano state assegnate o promesse posizioni lavorative, nomine e promozioni presso i citati enti di formazione, in cambio del sostegno garantito al predetto movimento politico.
Tra i 24 soggetti nel complesso indagati risultano, a vario titolo, coinvolti nei reati di truffa aggravata per il
conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio anche altri sei esponenti politici che
rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta,
Castellammare del Golfo ed Erice. Oltre a Papania un ruolo chiave avrebbero avuto Ignazio Chianetta, esponente del movimento Via (Valori, impegno, azione) di Marsala, Manfredi Vitello, consigliere del comune di Cinisi in provincia di Palermo, e Angelo Rocca, dirigente regionale dell’Mpa poi responsabile provinciale del movimento Via.