Fermo biologico e proteste: “In città ancora tanti turisti, non possiamo proporre solo pesce congelato”

SCIACCA. La flotta peschereccia saccense arriva all’obbligo di interruzione delle attività di pesca, previsto a partire dal prossimo 1 ottobre e per 30 giorni consecutivi, con le perplessità degli armatori e con le proteste dei ristoratori. Fermo restando validissimo il principio con cui le autorità comunitarie e locali si muovono, ovvero garantire un idoneo equilibrio tra le risorse biologiche e l’attività di pesca, non differenziare il fermo biologico e concentrarlo solo su trenta giorni rischia di determinare disagi per una realtà produttiva come Sciacca che svolge quasi esclusivamente la pesca con il sistema a strascico. Stiamo parlando del probabile affollamento dei pescherecci nei due soli cantieri navali per le attività periodiche di manutenzione.

In passato i periodi di fermo venivano scaglionati nel tempo e concedevano al comparto di potersi organizzare per evitare di concentrare il fermo biologico in un’unica fascia temporale. Un super lavoro per i cantieri e il rischio che alcune imbarcazioni non riusciranno a sistemare i loro problemi di carattere strutturale. L’obbligo di interruzione è una misura introdotta dall’Unione Europea e sancita dal ministero della Pesca, al fine di consentire il ripopolamento ittico. Le organizzazioni di categoria nazionali condividono i provvedimenti normativi, ma ci sono realtà dove forse sarebbe più utile prevedere differenziazioni. Non a caso, le cooperative di pesca operanti in città stanno adesso cercando di superare questa situazione anomala attraverso un intervento presso le autorità regionali che hanno emesso il decreto.

Ma c’è un’altra motivazione importante che riguarda l’area geografica di Sciacca: le numerose attività di ristorazione della città e dei Comuni del circondario, possono contare fino a ottobre inoltrato di una buona presenza di flussi turistici. Ciò significa che nel prossimo mese non ci potrà essere pesce fresco da proporre alla clientela. “I piatti a base di pesce sono quelli più richiesti e apprezzati dai nostri ospiti – ci dice l’albergatore e ristoratore Ezio Bono – con il fermo biologico saremo costretti ad inserire nei menù solo pesce congelato. Non è una bella cosa per il comparto commerciale e per l’immagine di Sciacca nota anche come città dove il pesce è sempre fresco e buono”.

Giuseppe Recca

Foto Nicolò Poio