FEDERTERME, “SICILIA INDIETRO NELL’UTILIZZO DELLE RISORSE TERMALI”
L’analisi della Federterme sulla situazione delle strutture termali isolane è impietosa e conferma un fallimento delle gestioni pubbliche.
Un recente screening effettuato dalla “Federazione Italiana delle Industrie Termali e delle Acque Minerali Curative”, società che quest’anno ha celebrato i 100 anni di attività ed è l’unica organizzazione italiana rappresentativa delle Aziende termali del nostro Paese, individua la Sicilia come fanalino di coda del turismo termale nazionale, un ritardo determinato dall’attuale chiusura di quattro delle sette strutture termali presenti nell’isola, con in testa Sciacca e Acireale.
“I numeri delle presenze nelle strutture termali siciliane – ha detto in un’inchiesta pubblicata sulle pagine regionali del quotidiano La Sicilia Aurelio Crudeli, direttore generale di Federterme-Confindustria – sono poca cosa se paragonati con il resto d’Italia, ed è un vero peccato perché in Sicilia il termalismo potrebbe contribuire a destagionalizzare i flussi turistici”.
Ecco che torna la “destagionalizzazione“, la parola magica sulla bocca di una decina di assessori regionali al turismo che dagli anni Novanta fino a cinque anni fa venivano a visitare le Terme regionali di Sciacca e parlavano di imminente e programmato rilancio del settore. Ma così non è stato, oggi le Terme di Sciacca sono in gravissimo stato di degrado e abbandono, chiuse ormai da quattro anni e mezzo, un periodo nel quale si sono susseguiti annunci del precedente e dell’attuale governo di una imminente pubblicazione del bando per la privatizzazione, strumento ormai indispensabile per pensare ad una fase di vero rilancio.
Ma il tempo passa inesorabile e anche nel resto d’Italia si griderà tra pochi giorni allo scandalo quando verrà trasmesso sul popolare tg satirico di Canale 5 “Striscia la notizia” un servizio speciale dedicato proprio al caso Terme di Sciacca. Nei giorni scorsi una troupe è stata a Sciacca ed ha potuto verificare lo stato di abbandono dello stabilimento, degli impianti termali ormai tutti da rifare e del Grande Hotel.
Quella del direttore generale di Federterme, l’associazione della quale fino a una ventina di anni fa i manager delle strutture di Sciacca e Acireale erano punti di riferimento, è stata un’analisi impietosa che conferma il decadimento siciliano in tema di sfruttamento di risorse termali. Secondo Crudeli, “in Sicilia senza una strategia concreta sulla privatizzazione gli stabilimenti pubblici sono destinati a rimanere chiusi, mentre i flussi turistici si riversano fuori dalla Sicilia”.
Giuseppe Recca