Favara invasa dai rifiuti, netturbini in sciopero da una settimana

FAVARA. Senza considerare la domenica, lo sciopero dei netturbini è al quinto giorno. La situazione a Favara è ormai insostenibile e gravissima sul piano della salute pubblica, ancora di più considerato che l’allarme pandemia non è assolutamente cessato, così ai cittadini viene chiesto l’utilizzo delle mascherine, quando dovremmo ritornare a restare a casa perché fuori è tutta una discarica, è una pericolosa bomba ecologica.

Una sorta di “Restate a casa per il Covid 19 e per la città piena di rifiuti”.  E viene lo sconforto a pensare che sono trascorsi sette giorni, domenica compresa, e non si vede ancora la luce in fondo al tunnel. Da una parte ci sono gli operatori ecologici che da anni non ricevono puntualmente le spettanze. Stanchi, chi non lo sarebbe, di subire l’umiliazione di ricorrere al prestito in attesa dello stipendio che riceve con mesi di ritardo. Hanno, inutile negarlo, tutte le ragioni di questo mondo.

E tutte le ragioni di questo mondo hanno anche i cittadini virtuosi che pagano la tassa sui rifiuti e rispettano le regole del conferimento.

Ieri,i netturbini, erano sit in davanti la Prefettura. Favara è ormai invasa dall’immondizia, proprio nel periodo in cui il caldo aumenta. Ovviamente, c’è il braccio di ferro tra Comune che asserisce di essere in regola con i pagamenti, e gli operatori ecologici che sostengono il contrario vantando un credito di due mensilità (aprile e maggio).

Per domani mattina alle ore 9, il Prefetto ha convocato tutte le parti, ditte e amministrazione comunale, con una rappresentanza di lavoratori e sindacati. Gli operatori ecologici sono alle dipendenze delle ditte che, in appalto, gestiscono a Favara la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e da loro devono ricevere le spettanze mensili. Le imprese devono ancora riscuotere le fatture per i servizi resi nei mesi di dicembre 2019 e aprile e maggio di quest’anno.

Al  Comune sostengono che i ritardi sono dovuti perché le casse sono  vuote essendo in stato di dissesto finanziario e che, con la recente bocciatura da parte del consiglio del
piano economico finanziario della Tari 2019, non si è potuta liberare la somma di 219 mila euro per soddisfare parte dei crediti vantati dalle ditte.

“In base al capitolato di appalto – dice l’assessore alla nettezza urbana Giuseppe Bennica – le imprese sono tenute ad anticipare due mensilità ai loro dipendenti e se ciò fosse avvenuto forse oggi non ci troveremmo in presenza di un’astensione dal lavoro così prolungata e per certi versi anche arbitraria essendo stato lo sciopero proclamato solo per due giorni”.