Favara, imprenditore ucciso dentro un bar: chiesto ergastolo per l’ex suocero

FAVARA- L’ergastolo è stato chiesto dalla Procura della Repubblica di Agrigento per il 66enne Giuseppe Barba accusato dell’omicidio del 45enne Salvatore Lupo. Le indagini, le prove scientifiche, le testimonianze nel processo e il movente portano la magistratura inquirente alla convinzione che a uccidere l’imprenditore ed ex presidente del consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, freddato a 45 anni il giorno di Ferragosto del 2021, è stato il suocero Giuseppe Barba, sospettato fin dal primo momento per via dei contrasti economici legati alla separazione con la figlia.

Barba sarebbe stato tradito dalle immagini di un filmato, tirate fuori dalle telecamere di un impianto di videosorveglianza, dove è ripresa la sua Fiat Panda mentre effettua un tragitto nella direzione della via IV novembre, dove, nel bar, è stato commesso l’omicidio dell’imprenditore che gestiva una serie di comunità per disabili e operava nel settore dell’edilizia.

Lupo è stato ucciso a colpi di pistola davanti all’ingresso della porta del bagno: il titolare (finito poi sotto inchiesta) ha negato di avere visto il killer in azione dicendo che, in quel momento, si era abbassato per riempire le vaschette di gelato che Lupo gli aveva chiesto.

Proprio sull’auto, grazie all’esame dello Stub, sono state trovate – sul volante in particolare – tracce di polvere da sparo che avrebbero confermato i sospetti dei carabinieri tanto da fare scattare, il 9 settembre di 2 anni fa, il fermo della Procura. “Le indagini e le prove – ha detto il pm nel corso della requisitoria – non lasciano margini per ricostruzioni alternative. Tutti i testimoni del processo non hanno fatto altro che confermare il quadro accusatorio anche in relazione al movente”.

L’omicidio sarebbe maturato da contrasti economici legati alla separazione di Lupo con la moglie Giusi Barba: l’unico familiare a costituirsi parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Daniela Posante, è stato il figlio. Il legale ha illustrato la propria arringa dopo il pubblico ministero associandosi alla proposta di condanna e chiedendo il risarcimento dei danni mentre il difensore dell’imputato, l’avvocato Salvatore Pennica, illustrerà la sua arringa il 3 novembre.