FAVARA AL CENTRO DI UN GROSSO SPACCIO DI DROGA. SETTE ARRESTI, LA DROGA ARRIVAVA ANCHE TRAMITE PACCHI DAL BELGIO E DA PALERMO
Sono stati arrestati favaresi Carmelo Fallea, 41 anni, Gioacchino Alba, 49 anni, e Carmelo Vaccaro, 38 anni, Stefano Sacco, 52 anni di Porto Empedocle, e Calogero Presti, 43 anni di Agrigento. Ai domiciliari Gaspare Indelicato, 34 anni di Favara e Rania El Moussaid, 31 anni di Casablanca, residente ad Agrigento. Quest’ultima si trovava in Francia e ha contattato i carabinieri attraverso il proprio difensore Salvatore Pennica per comunicare la propria intenzione di costituirsi. Il legale ha avvisato i militari e la Dda inviando anche i biglietti del volo proveniente da Parigi e diretto a Catania sul quale si sarebbe imbarcata comunicando che l’avrebbe accompagnata personalmente alla caserma. I carabinieri l’hanno prelevata direttamente all’aeroporto Fontanarossa, dove è atterrata nel primo pomeriggio.
L’operazione, per il complesso percorso geografico che avrebbero fatto i carichi di droga, è stata chiamata “Up e Down”: tradotto in italiano “su e giù”. Il blitz è scattato alla vigilia di Natale ed è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Agrigento.
La cocaina e l’hashish arrivavano dal Belgio a Palermo e da lì venivano smistati a Favara, dove c’era una cellula della presunta organizzazione dedita al traffico internazionale di droga.
Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti. La competenza della Procura antimafia scaturisce proprio dalla contestazione di associazione.
L’indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Agrigento e dalla Tenenza di Favara dall’aprile al novembre del 2014. “Carmelo Fallea – hanno ricostruito gli inquirenti – acquistava lo stupefacente “leggero” del tipo hashish da spacciatori palermitani, che mediante dei corrieri lo facevano poi arrivare a Favara, dove lo stesso si avvaleva di Presti e Sacco per occultarlo in luoghi sicuri e a lui non riconducibili, ma anche per venderla al dettaglio agli spacciatori locali”.
Il referente dell’organizzazione palermitana sarebbe stato Vincenzo Giudice, già arrestata nel maggio del 2015 a conclusione dell’operazione “Verbero”. “L’uomo – hanno aggiunto i carabinieri in una nota che ricostruisce la vicenda – aveva una relazione sentimentale con una donna residente ad Agrigento ma di origine marocchine, Rania El Moussaid”.
La donna aveva già avuto dei problemi con la giustizia di natura del tutto diversa: alcuni anni fa aveva truffato alcuni personaggi facoltosi della Costa Smeralda spacciandosi per la principessa “Rania di Giordania”, frequentando il Jet Set della Costa Smeralda e atteggiandosi a star per farsi offrire alloggi e pranzi in alberghi e ristoranti di lusso. Giudice la riteneva una persona di fiducia e – secondo gli inquirenti – avrebbe curato le comunicazioni tra il palermitano e il favarese Fallea. Diverso il percorso che sarebbe stato fatto per la cocaina.
“Arrivava circa una volta al mese dal Belgio, – spiegano gli inquirenti – occultata all’interno di pacchi spediti, ovviamente con destinatario e mittente fasulli, tramite le diverse società di trasporti e traslochi che regolarmente compiono viaggi da e per il Belgio a favore soprattutto dei molti emigrati favaresi presenti nel paese. Giunti a destinazione i pacchi venivano ritirati direttamente presso il deposito degli spedizionieri, che fungevano, del tutto ignari, da corrieri. Il pagamento della droga – viene ricostruito dagli inquirenti – veniva effettuato da Fallea che personalmente si recava a tal fine in Belgio accompagnato da Vaccaro che fungeva anche da ausilio per lo spaccio della sostanza giunta in Italia».
Durante l’indagine sono stati arrestati sia Presti che Blandino, fra il giugno e l’agosto del 2014. Il primo è stato sorpreso con 20 chili di hashish, Blandino era sbarcato a Lampedusa, proveniente da Porto Empedocle dove aveva appena ricevuto 50 grammi di cocaina da alcuni presunti componenti dell’organizzazione indagati in stato di libertà.