FALLIMENTO CALCESTRUZZI BELICE, MARINELLO: “IL GIUDICE HA AGITO CON SUPERFICIALITÀ IGNORANDO LA NORMATIVA DEL 2012”
L’attacco è durissimo, e calcisticamente può paragonarsi alle entrate alla Benetti. Sul dispositivo di fallimento, emesso dal Tribunale di Sciacca, in capo alla Calcestruzzi Belice, il senatore Giuseppe Marinello (NCD) non usa ramoscelli di ulivo.
“Il giudice che ha disposto il fallimento- scrive Marinello in una nota stampa- ha agito con superficialità e negligenza. La normativa del 2012 imponeva all’azienda di non pagare il debito in attesa della procedura; delle due l’una: o il giudice che ha disposto il fallimento ignorava l’esistenza della normativa esistente o ha deliberatamente ignorato una rilevante parte di normativa applicabile al caso concreto. A mio avviso, in entrambi i casi vi sarebbero i presupposti per identificare un’azione del giudice lacunosa, aggravata, quantomeno, dalla colpa grave, se non dal dolo”.
Marinello ha presentato un’interrogazione al Governo nazionale. Nell’interrogazione specifica anche “che le caratteristiche di questo fallimento sono singolari: tutto il debito per il quale la magistratura ha stabilito che l’azienda potesse fallire ammonta a 30.000 euro, debito che la Calcestruzzi, prima del sequestro, aveva nei confronti dell’Eni, la quale si è sottoposta a verifica dei crediti. Il credito è molto modesto per mandare “a gambe all’aria” una struttura come quella della Calcestruzzi Belice, azienda sana con un volume d’affari superiore al 1.200.000 euro all’anno.”
“La normativa del 2012-continua Marinello- imponeva all’azienda di non pagare il debito in attesa della procedura; delle due l’una: o il giudice che ha disposto il fallimento ignorava l’esistenza della normativa esistente o ha deliberatamente ignorato una rilevante parte di normativa applicabile al caso concreto. A mio avviso, in entrambi i casi vi sarebbero i presupposti per identificare un’azione del giudice lacunosa, aggravata, quantomeno, dalla colpa grave, se non dal dolo. La situazione ha assunto dei contorni paradossali, nel momento in cui, per cercare di rimediare ad una sentenza dalle conseguenze pesantissime per la collettività, da un lato è intervenuto il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento, resosi disponibile a pagare il debito dei 30.000 euro della Calcestruzzi Belice; dall’altro, è stata l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ad avanzare proposte giuridiche concrete per evitare la chiusura dell’attività, il licenziamento dei dipendenti e colmare la lacunosa attività della magistratura”.
Marinello chiede al Ministro della giustizia se non “ritenga di avviare un’attività ispettiva, per valutare il grado di negligenza dell’operato del giudice che ha emanato la sentenza di fallimento, e rilevare se sussistano i presupposti per promuovere una procedura disciplinare nei confronti dello stesso”.