“FAI BELLA LA TUA CITTA'”: A SCIACCA NON INTERESSA A NESSUNO
Nelle loro intenzioni c’era il desiderio di fare più bella la città. Volevano la collaborazione dei cittadini e in cambio offrivano una buona opportunità di veicolare l’immagine di aziende ed associazioni. Spesso, purtroppo, i tanto criticati amministratori comunali, quelli che con facilità associamo ogni giorno ai temi dello sperpero di denaro pubblico, pur con tanta buona volontà non riescono a raggiungere i loro scopi per colpa dei cittadini. L’iniziativa “Fai bella la tua città”, avviata dal Comune nel novembre del 2011, non è stata recepita da nessuno ed è stata in sostanza un vero e proprio fallimento.
Quello che in tante città del nord Italia si fa ormai con regolarità, da queste parti rimane nel cassetto delle buone intenzioni. “Fai bella la tua città” era il nome del progetto promosso dall’amministrazione comunale in carica in quel periodo, con cui si intendeva coinvolgere le imprese, le associazioni, le organizzazioni di categoria, gli enti pubblici e privati nell’abbellimento, manutenzione e conduzione di spazi pubblici, aree verdi, arredi urbani ed attrezzature ad uso pubblico di proprietà del Comune. In cambio dell’impegno a “fare e a mantenere bella la città”, si offrivano spazi pubblicitari gratuiti. Un’occasione ghiottissima per promuovere un marchio, sia a carattere commerciale che di puro volontariato o associazionistico. Nessuna richiesta, nessuna proposta.
Oggi gli spazi pubblici comunali continuano ad essere ripuliti dal personale comunale (sono pochissimi gli addetti a questo servizio e spesso alcune zone vengono trascurate) e il progetto presentato a suo tempo dall’architetto Michele Ferrara, che ricopriva la carica di assessore comunale all’arredo urbano, è stata solo una buona intenzione, naufragata questa volta a causa dello scarso senso civico e della ancora assente “partecipazione” dei cittadini nella gestione della cosa pubblica. All’epoca il progetto venne presentato anche con un corposo intervento mediatico: alla conferenza stampa parteciparono anche rappresentanti dei ceramisti, delle organizzazioni dei commercianti, professionisti e imprenditori. Per concretizzare le finalità del progetto, venne redatto un disciplinare in cui venivano illustrate nel dettaglio le finalità, i vantaggi per il comune e per il privato, le modalità di richiesta di affidamento del bene pubblico, la durata e gli impegni dell’affidamento. L’iniziativa è ancora valida, chissà se leggendo queste righe non si trovi qualcuno che ci ha ripensato e ritrovi uno slancio propositivo.
Articolo tratto da La Sicilia di giovedi 4 aprile