EX STAZIONE, L’ALTRA SCIACCA DIFENDE IL PROPRIO OPERATO E CONTINUA AD AVERE FORTI DUBBI
Arriva puntuale, alcuni giorni dopo la seduta del consiglio comunale, la replica dell’associazione “L’Altra Sciacca” sulla vicenda del Piano regolatore generale e della destinazione prevista per l’ex stazione, acquistata da un privato e non dal Comune.
L’associazione, chiamata in causa duranta la seduta consiliare perchè avrebbe allarmato la città, difende il proprio operato e sottolinea ancora una volta la propria idea.
“I nostri concittadini ci conoscono e ci giudicano costantemente per le nostre numerose iniziative e attività svolte – scrivono – non siamo perfetti ma il nostro operato è cristallino per cui rimandiamo al mittente le supposizioni arbitrarie avanzate dall’assessore all’Urbanistica, dal dirigente del settore Urbanistica e da qualche “valente” consigliere comunale che sembra non conoscere neanche il significato dell’acronimo PRG”.
Al duro esordio seguono poi le considerazioni di carattere tecnico, sostenendo ancora che la destinazione urbanistica dell’ex stazione ferroviaria è stata variata da servizi/attrezzature con previsione parcheggio a commerciale D.1.5. “La variazione – afferma l’associazione – non è nata da direttive politiche del Consiglio comunale, unico organo preposto ad approvarle e assegnarle. Il progettista incaricato ha spostato il parcheggio, previsto nella prima stesura del PRG nel sito dell’ex stazione ferroviaria, nell’area demaniale oggetto di piano regolatore del porto, dove non avrebbe potuto collocare alcunché, peraltro in un molo ad oggi inesistente che non si sa se mai sarà costruito. Per ammissione dello stesso progettista il parcheggio è irrealizzabile nella nuova collocazione. Che senso ha tutto questo? Chi ha dato queste indicazioni ai progettisti ? Sono state violate le direttive del Consiglio comunale che prevedevano la realizzazione del parcheggio altrove ? Riteniamo inoltre, confortati da numerosi studi, che un parcheggio nell’area dell’ex stazione tornerebbe utile allo sviluppo del centro storico e dell’area della “Marina”, si potrebbe realizzare con pochi soldi e potrebbe avere anche la destinazione di parco urbano. Così come da noi constatato, la nuova destinazione d’uso dell’area in questione prevede la possibilità di realizzare un’ingente volumetria. Per noi – aggiungono – ammonta a poco meno di 200.000 metri cubi, per il dirigente comunale a più di 100.000 mila metri cubi e per il progettista del piano a circa 50.000 metri cubi, ma anche se fosse vera quest’ultima ipotesi si tratterebbe comunque di un volume notevolissimo”.
L’associazione, inoltre, sottolinea di non essere riuscita a trovare, nel regolamento edilizio né tra le norme di attuazione, la norma che imporrebbe l’insediamento di piccole attività commerciali e produttive esclusivamente nei piani terra. “Quindi – si legge ancora – se non esiste una documentata prova contraria, in quell’area è possibile installare grandi strutture di vendita commerciale. Prendiamo atto che le modifiche sulla destinazione urbanistica dell’ex stazione ferroviaria non sono state introdotte nel 2013, come da noi riportato, ma nel 2011. Segnaliamo però che la cartella contenente il PRG e inserita nell’archivio scaricabile dal sito del Comune di Sciacca. La nostra informazione derivava da fonti comunali”.
Circa i vincoli imposti dalla Soprintendenza, L’Altra Sciacca ritiene che in consiglio si è detto tutto e il contrario di tutto e ritiene falso dire che secondo il piano paesaggistico la zona in questione o parte di essa è inedificabile. “La zona – afferma l’associazione – è individuata come area di livello di tutela 1 in cui è possibile costruire senza vincoli di volumetria dietro parere della Soprintendenza. Relativamente al vincolo sugli immobili risalente al maggio 2014, non possediamo le planimetrie, ma dalla lettura che è stata data in aula è certo che non tutta l’area (immobili ed area di sedime) è vincolata. Entrambi i predetti vincoli sono recenti e successivi all’aggiornamento del piano. Pertanto, in loro assenza, quanto da noi paventato in precedenza si sarebbe potuto realizzare integralmente. Inoltre tali vincoli, in particolare quelli introdotti dal piano paesaggistico su cui pende un ricorso al TAR presentato dal Comune, potrebbero essere modificati o annullati. Ergo, i vincoli non tutelano appieno l’area e potrebbero essere ridimensionati o annullati. La presenza attuale di questi vincoli non giustifica in alcun modo le scelte dei progettisti che sono state fatte precedentemente. A chi ha cercato malevolmente di scatenare le peggiori fantasie su come noi fossimo venuti in possesso delle tavole del PRG – concludono – facciamo notare che nella seconda versione sono pubbliche dal 26 gennaio 2015. Tutti possono prenderne visione effettuandone il download dal sito del Comune di Sciacca. Quella è stata la nostra fonte. Sempre a partire dal 26 gennaio 2015, essendo stato reso pubblico il nuovo PRG, è venuto meno ogni vincolo di riservatezza sullo stesso, a maggior ragione sulle versioni intermedie e precedenti. Il nostro articolo di denuncia, in cui mettiamo a confronto due stralci della zona portuale del piano relativi alla prima e alla seconda stesura, è successivo a quella data. Quindi L’AltraSciacca non ha violato alcun vincolo di riservatezza.
Occorre precisare che alcuni stralci del nuovo PRG nella sua prima versione sono di fatto pubblici, nel senso che erano conosciuti al di fuori degli uffici tecnici comunali e degli “80 enti che si sono espressi su di esso” almeno dal 2010, così come dimostra questo documento (http://www.ag.archiworld.it/news/documento-definitivo-PRG-Sciacca.pdf) redatto dall’Ordine degli Architetti in un meritorio tentativo di pianificazione partecipata. Il tavolo tecnico dell’Ordine degli Architetti venne poi esteso alla società civile, producendo un vivace dibattito in città di cui sono piene le cronache. Questo dato di fatto era sicuramente conosciuto dall’amministrazione dell’epoca, dal progettista del Piano e dal dirigente all’Urbanistica che più volte sono stati invitati a questi dibattiti e sono citati nella premessa del documento. Sorprende quindi che oggi questi signori si stupiscano, mostrino addirittura inquietudine, per il fatto che uno stralcio del vecchio piano sia stato pubblicato dalla nostra Associazione dopo che il PRG è stato reso disponibile per la pubblica consultazione”.
E poi L’Altra Sciacca chiude con un interrogativo: “Come ha fatto Ferservizi a conoscere la destinazione commerciale/residenziale dell’ex stazione ferroviaria nella seconda stesura del PRG prima che questo diventasse di pubblico dominio e ad esserne così certa da inserirla nel bando di vendita del proprio immobile. Come è avvenuta questa recente e grave fuga di notizie ? Questa è una domanda cui noi non sappiamo certamente rispondere, come pretenderebbe invece il dirigente del settore Urbanistica. Molti dubbi sollevati dal nostro intervento non sono stati chiariti e ci piacerebbe che lo fossero al più presto. L’AltraSciacca non è assolutamente contraria all’approvazione del PRG, ma è consapevole che da questo strumento urbanistico dipendono le sorti della nostra città e per questo pretende chiarezza e trasparenza da chi riveste ruoli di responsabilità”.