ESONDAZIONE DEL FIUME VERDURA, DANNI INGENTI AL RESORT DI SIR ROCCO FORTE
La situazione era grave già ieri sera, quando verso la parte finale del fiume Verdura, quella tra l’ultimo ponte antico rimasto e la foce, il fiume ha esondato a causa di argini precari e che da due anni attendono di essere messi in sicurezza. Ma il tempo passa, la burocrazia ha i suoi maledetti tempi lunghi, la realtà diventa quella di una cartolina di un disastro, di una cronaca di un disastro annunciato. Da un anno e mezzo, la Regione deve intervenire. C’è sempre qualche virgola non della misura esatta, perfetta, di angolazione da manuale. E quindi, tutto si trasforma in cavillo e la lumaca ha un passo da centometrista rispetto a quello della burocrazia della Regione Sicilia.
Le acque impietose del fiume Verdura, con la forza di uno tsunami, sono penetrate dentro il resort, dentro le strutture che portano il suo nome. Danni ingenti. Tre buche sono state letteralmente spazzate via, non esistono più.
Il personale si è adoperato per mettere in sicurezza gli oltre 300 ospiti, nomi eccellenti per via, anche, del torneo di golf che era in corso e sponsorizzato dal noto brand Buccellati. I clienti sono stati fatti evacuare, sono stati messi al sicuro.
Mentre l’alba cominciava a illuminare il resort, la realtà diventava sempre più drammatica e dava l’idea della forza devastatrice dell’esondazione. Il fiume Verdura è diventato grossissimo, impetuoso, anche perché, pare, la diga Gammauta (Territorio di Palazzo Adriano e gestita dall’Enel) abbia avuto la necessità di aprire le paratie per scaricare enormi quantità di acqua.
Nel novembre 2016 il Verdura Resort riportò 2 milioni di euro di danni. Quest’anno sembrano ancora maggiori. Un quadro scoraggiante e che rende vano ogni sforzo d’impresa. Una volta si diceva che in Sicilia non pioveva mai, era arida, siccitosa. La realtà degli ultimi anni sfata una Sicilia di molti decenni fa.
Filippo Cardinale