ESISTE SEMPRE L’OMBRELLO. L’ANSIA DEGLI AVVISI METEO
Come se non bastasse già la quotidiana ansia, sempre costante a causa dei ritmi della vita e delle avversità economiche causate da una crisi occupazionale e finanziaria che si prolunga da tanti anni (in provincia di Agrigento si è sviluppata sin dall’inizio degli anni novanta con la chiusura di grosse aziende edili, il crollo degli appalti pubblici, la crisi dell’agricoltura e di altri settori), ora si aggiunge anche quella del meteo.
Una volta bastava rivolgere gli occhi al cielo e capire se la giornata era piovosa. Bastava anche aprire l’ombrello e uscire da casa per andare in ufficio, a scuola, a fare la spesa.
Oggi siamo vittime degli avvisi meteo, e la nostra giornata è regolata dai colori di allerta: verde, giallo, arancione, rosso. Sono avvisi ufficiali diramati dalla Protezione civile regionale, poi ribaltati dal Comune. Dal codice arancione in poi, solitamente, oltre agli avvisi della Protezione civile, sono allegati gli avvisi del sindaco che invita ad evitare le zone più soggette ad allagamenti (solitamente quelle verso la parte bassa della Città), a non soggiornare negli scantinati, a usare le auto solo in caso di necessità. Il sindaco, a seconda delle intensità delle piogge previste può emettere ordinanza di chiusura delle scuole.
Diverse volte, agli avvisi di avverse condizioni meteo hanno fatto seguito giornate con assenza di pioggia. A volte, come lo scorso 25 novembre, ad un avviso di allerta arancione è seguito il nubifragio da codice rosso, che ha provocato gli ingenti danni nella memoria di tutti. Compresa la tragedia della scomparsa di un nostro concittadino, Vincenzo Bono, travolto dalle acque e il cui corpo non è mai stato ritrovato.
Si sta creando un’ansia da meteo che dilaga a dismisura. Genitori che telefonano alle redazioni per chiedere cosa fare, se mandare i figli a scuola; si scambiano pareri sul gruppo istituito su WhatsApp. Gruppi di studenti che ormai hanno fatto“rete” e approfittano degli avvisi diramati per continuare il loro sonno.
Comprendiamo il senso degli avvisi che vanno sempre nella direzione di adottare quell’attenzione necessaria. Ma nella sostanza, sono anche un salvagente rispetto alle responsabilità in capo ad amministratori comunali, responsabili della Protezione civile. Quando succedono nubifragi che comportano danni, si cercano sempre le responsabilità dell’eventuale mancata diffusione degli avvisi.
Più efficace sarebbe una politica di prevenzione e messa in sicurezza delle zone a rischio idrogeologico, la pulizia dei canali, dei torrenti, dei tombini.
Al di là di eventi eccezionali, da che mondo è mondo è sempre piovuto. Una volta bastava alzare gli occhi al cielo per comprendere se uscire con l’ombrello o no, se rimanere a casa o no.
Filippo Cardinale