Eredi chiedono un terzo della società di ristorazione e vengono condannati per “cattiva gestione”
AGRIGENTO. Il tribunale condanna gli eredi a pagare 280mila euro a causa della “cattiva gestione” del ristorante. La sentenza è stata emessa dal giudice Maria Margiotta, della sezione civile del tribunale di Agrigento.
Tre fratelli agrigentini, a partire dagli anni Novanta, avevano avviato di comune intesa e con pari partecipazione diverse attività imprenditoriali, tra le quali un negozio di abbigliamento e dei ristoranti. Nel 2003, i tre fratelli procedevano all’acquisto di un complesso immobiliare finalizzato all’avvio di un’attività di ristorazione nel Comune di Agrigento.
Anche se il complesso aziendale risultava riconducibile a tutti e tre i fratelli in parti uguali, soltanto uno dei tre, di fatto, ne aveva la gestione. Alla morte del fratello, di fatto amministratore, secondo quanto ricostruisce uno dei legali che hanno seguito il caso, l’avvocato Girolamo Rubino, i suoi eredi, con il patrocinio dell’avvocato Sebastiano Bellanca, citavano in giudizio i fratelli dell’imprenditore deceduto per ottenere la liquidazione “della quota di un terzo della proprietà del complesso immobiliare e degli annessi utili”.
I due fratelli, convenuti in giudizio, con il patrocinio dello stesso avvocato Rubino e dei colleghi Armando Buttitta e Vincenzo Airò, si costituivano per contestare le pretese degli eredi del fratello e chiedere, a loro volta, il ristoro dei danni provocati alla società dalla cattiva gestione dell’amministratore di fatto scomparso.
In particolare, deducevano che la società di fatto costituita tra i tre fratelli, risultava in un grave deficit finanziario e la quota spettante agli eredi di fatto “doveva essere liquidata tenendo conto degli attivi e passivi della società, dei danni cagionati dall’unico amministratore e dalle somme distratte da quest’ultimo”.
Conclusa l’istruttoria, il giudice ha rigettato le domande degli eredi ed ha accolto, invece, le domande promosse, in via riconvenzionale.
In particolare, il tribunale ha accertato che la quota spettante agli eredi dell’amministratore di fatto, risultava nettamente inferiore ai danni provocati alla società.