La Cassazione scagiona saccense dai reati di rapina, maltrattamenti e lesioni aggravate

SCIACCA.  La Corte di Cassazione (Sesta Sezione Penale- Presidente Di Stefano e Relatore Silvestri) ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione emessa dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti del saccense  Angelo Pecoraro, per fatti che risalgono negli anni 2010/2012.

Il giovane saccense – accusato dalla ex compagna, costituita parte civile – era imputato originariamente per rapina ai danni di una tabaccaio nel quartiere di San Michele (nel 2010), maltrattamenti, lesioni aggravate e violenza sessuale di gruppo.

Il Tribunale di Sciacca in composizione collegiale, dopo un lungo processo di primo grado, lo aveva assolto per l’ipotesi di violenza sessuale e lo aveva condannato per i restanti delitti alla pena di anni 9 e 8 mesi di reclusione.

In seguito ad articolato appello proposto dai legali dell’imputato, gli avvocati Giovanni e Sergio Vaccaro, la Corte di appello di Palermo, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva assolto il saccense per la rapina, confermando la condanna per maltrattamenti e lesioni aggravate,  e aveva rideterminato la pena in 4 anni e 3 mesi di reclusione.

La difesa dell’imputato ha infine proposto ricorso per Cassazione e la Suprema Corte, in data 23 settembre, ha annullato senza rinvio la condanna anche per questi reati, scagionando definitivamente il giovane da tutte le accuse.

(Nelle foto gli avvocati Giovanni e Sergio Vaccaro)