EPATITE C DOPO TRASFUSIONI ALL’OSPEDALE DI SCIACCA: INDAGINI DEI NAS E DI DUE COMMISSIONI

Dietro il caso scoppiato lo scorso novembre non ci sarebbero però forniture di sangue infetto

Emergono ulteriori dettagli sul caso di epatite C verificatisi all’ospedale di Sciacca, diffusi oggi in un articolo di Gioacchino Schicchi sul quotidiano La Sicilia che contiene anche dichiarazioni delle autorità sanitarie provinciali. 

Due commissioni d’indagine, una dell’assessorato regionale alla sanità e una del ministerro della salutre, si stanno occupando dei tre casi di pazienti dell’ospedale di Sciacca malati di talassemia che dopo le trasfusioni hanno contratto l’epatite C. La vicenda era stata oggetto di verifiche da parte dei carabinieri del Nas.

Sia i militari che le due commissioni sono state nella struttura sanitaria saccense per fare riscontri e acquisire documentazione. Nessuna delle due però fino ad oggi si è espressa. Ma non si conoscono le case che hanno determinato le infezioni, che secondo l’Asp sono comunque circoscritte.

Le autorità sanitarie non parlano di sangue infetto, in quanto il problema si è verificato solo a Sciacca e non negli altri ospedali. E si tratta, hanno precisato, di pazienti sottoposti solo ad una determinata terapia. I rilievi effettuati dallo stesso ospedale non avrebbero prodotto criticità e non sono emerse falle specifiche nel sistema delle terapie.

Ai malati l’assessorato regionale alla sanità ha comunque garantito tutte le cure del caso. Il contagio sarebbe avvenuto nei mesi di luglio e agosto e il numero dei malati potrebbe anche aumentare visto che i talassemici che si sono sottoposti alle trasfusioni in quel periodo sono stati in numero maggiore a tre.

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