NON SOLO VENTO E MAREGGIATE, L’AREA PORTUALE E’ UN FAR WEST

Quello che è successo l’altro ieri è di una gravità così consistente che non può e non deve essere perimetrata con la sola responsabilità delle correnti marine e del vento. C’è una grave situazione a tutti nota, e cioè che l’area portuale, specie quella delimitata tra il vecchio molo e quello di levante, è un Far West, una zona franca. Ciò innalza l’asticella della gravità poiché è un’area di dimensioni tali che risulta facile controllarla.

L’enorme quantità di cassette in polistirolo, ma anche tanti altri rifiuti, finiti nel tempo sotto le banchine nel porto e poi lasciati navigare per tutta la costa fino alla Foggia, ha offeso e leso l’immagine della città; un’immagine che riguarda tutti noi e non solo i turisti. Quest’ultimi hanno la possibilità di non ritornare a soggiornare più a Sciacca, mentre i residenti vi abitano e sono costretti a subire continue anomalie frutto di mancanza di un controllo del territorio. Controllo del territorio che non va inteso, nella fattispecie, per fatti che attengono alla criminalità. Per tale attività c’è l’impegno costante delle forze dell’ordine, le quali, pur limitate dall’organico, riescono a offrire la sensazione che il territorio è tutelato.

Imputare la colpa della “devastazione” ambientale solo  a Eolo, al forte vento presente a Sciacca, equivale ad ammettere le colpe di un non controllo di un’area che quotidianamente, e in determinate ore, è teatro di attività, spesso abusive. Tra l’altro, il mare era straordinariamente piatto.

E se è vero che i pescatori rischiano la vita quotidianamente per affrontare le traversie del mare, e quindi pare scontato il loro amore verso il mare, è altrettanto vero che in quell’area gravitano attività indotte che spesso infrangono le più elementari norme igienico-sanitarie, ma anche quelle ordinanze che vietano di depositare rifiuti in modo anomalo.

Non è possibile celare che in quell’area si formano vaste discariche direttamente dalla mano dell’uomo.

 (Parte dello scempio di tre giorni fa davanti la spiaggia del Lido Salus)

Tutta quella roba finita in mare che faceva “sotto la banchina”? Chi l’ha depositata lì ? Dunque, l’area interna al porto viene utilizzata come discarica. La prova inversa è che se nessuno avesse depositato illegalmente rifiuti nei pressi, tutta quella roba non sarebbe stata spinta dal vento.

 (Chi crea questo scempio ? Costantemente l’area portuale è una discarica)

Basta vedere ciò che accade ogni giorno, basta vedere lo sconcerto che si forma nell’area dei cassonetti.

Allora, una cosa è certa. Quell’area va riportata nell’ambito delle regole, con controlli costanti e quotidiani, specie in determinati orari che vanno dall’ora di pranzo in poi.

Questa città ha bisogno di rientrare nell’alveo delle regole, delle certezze. Regole che vanno estese anche e soprattutto sul tema dei rifiuti. Anche qui, e su tutto il territorio saccense, accade di tutto e di più. Si abbandonano rifiuti in ogni dove, in ogni orario. Le regole vengono infrante. Anche con facilità perché, diciamolo con estrema franchezza, i controlli sono insufficienti. La mancanza di personale porta ad agire come nel Far West.

C’è da tempo realizzato, con finanziamento europeo, il “Mercato del pescatore”. Cosa manca ancora per attivarlo ? Sarebbe già questo un passo avanti per rendere meno Far West l’area portuale. C’è da tempo pronta l’isola ecologica, anch’essa realizzata con fondi europei. Ambedue le strutture sono chiuse.

Filippo Cardinale

(Il Mercato del Pescatore e l’Isola Ecologica, le due strutture realizzate con fondi europei ma chiuse)

 


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