Emergenza sanità, Michele Catanzaro: “Zappia fa il “prestigiatore” ma il governo regionale è indifendibile”

SCIACCA. Il deputato saccense all’Ars Michele Catanzaro interviene ancora una volta sull’emergenza sanità in Sicilia e richiama la situazione di Sciacca e in provincia di Agrigento. Ci sono le consuete accuse alla Regione Siciliana che non riesce a dare una sterzata netta alla gestione di un “inviolabile diritto” qual’è quello della sanità, ma anche evidenti riferimenti alle operazioni di mobilità attivate in provincia di Agrigento per tentare di superare i problemi ormai cronici di carenza di personale.

“La Costituzione recita che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” – dice Catanzaro – ma questo diritto in Sicilia viene sistematicamente violato. Come sta accadendo in provincia di Agrigento, dove l’attuale Commissario Asp, nel fare il “prestigiatore” per garantire l’ottimale funzionamento delle unità operative dei cinque presidi ospedalieri presenti nel territorio, firma ordini di servizio che attivano una mobilità di personale che non tiene conto delle strutture che sorgono in zone dove con l’estate la popolazione residente aumenta in modo considerevole. Tutto ciò – dice ancora Catanzaro – determina disservizi e mette in cattiva luce gli stessi commissari Asp, costretti spesso ad appendersi sugli specchi ed a rilasciare dichiarazioni colorite pur di difendere il proprio operato e quello di un indifendibile governo regionale, sul quale in realtà ricadono le maggiori responsabilità”.

Il riferimento è alla recente affermazione del commissario Mario Zappia riguardante la replica alle proteste per gli ordini di servizio ai pediatri ed ai cardiologi per prestare servizio a Licata: “Sciacca non è una repubblica a parte, gli ospedali della provincia sono tutti uguali” aveva detto il manager provocando anche le rimostranze del sindaco e del comitato civico sanità.

“Il gruppo parlamentare del Pd all’Ars – conclude Catanzaro è al fianco delle comunità che protestano ogni giorno per i disservizi sanitari”.

Giuseppe Recca