Emergenza idrica, Protezione civile e Prefettura ai sindaci: “Datevi anche voi una mossa”
I Comuni invitati ad adoperarsi per cercare nuovi pozzi, riattivare pozzi già esistenti, acquistare nuove autobotti e promuovere il risparmio idrico
SCIACCA. Ai Comuni, ed ai sindaci, la “patata bollente” di ulteriori ed aggiuntive azioni per superare la fase di grave emergenza idrica che avvolge in queste settimane la provincia di Agrigento.
Questo è emerso nella riunione di questa mattina convocata dal Prefetto Filippo Romano alla presenza del capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina.
“Le prospettive meteo non sono per nulla confortanti- ha detto Cocina ai sindaci agrigentini – oggi l’unico rimedio sono i pozzi e l’acquisto di nuove autobotti”. Il Prefetto Romano ha voluto questo incontro per responsabilizzare tutti e fare in modo che i sindaci affrontino con maggiore consapevolezza questa difficile situazione. Ha rappresentato la gravissima condizione in cui versano la città capoluogo e la provincia, tormentata da turni anche di oltre 30 giorni, e con le autobotti introvabili seppur pagate a peso d’oro dagli utenti.
Cocina ha ribadito quanto contenuto in una circolare diramata ai sindaci e agli enti gestori del servizio idrico nell’isola, ovvero che è opportuno quanto urgente che si adoperino per ricercare nuovi pozzi o riattivare pozzi già esistenti, e acquistare nuove autobotti con i fondi già a disposizione da parte della protezione civile. “Oggi abbiamo reperito 900 litri al secondo – ha detto – per l’anno prossimo come protezione civile faremo tutto il massimo per trovare nuovi pozzi ma è chiaro che gli Enti devono darsi una mossa”.
I sindaci sono stati dunque invitati ufficialmente (lo aveva fatto un mese mezzo fa anche il presidente della Regione Renato Schifani come suggerimento – ad emanare le ordinanze contingibili e urgenti e i provvedimenti finalizzati al risparmio idrico e ad assicurare l’acqua solamente per soddisfare i primari fabbisogni potabili della popolazione e degli animali di allevamento”.
E’ immaginabile il disagio dei sindaci, che ora si ritroveranno non più solo a protestare contro Aica e Ati (organismi di cui peraltro sono soci) ma anche ad attivare anche loro azioni finalizzate a superare la crisi. E tutto questo mentre i cittadini protestano con particolare veemenza.