Emergenza idrica: in provincia attesa per quantificazione delle risorse stanziate dal governo
La sensazione degli addetti ai lavori è che i 20 milioni stanziati dal Consiglio dei ministri per l’emergenza idrica in Sicilia siano pochi rispetto ai progetti contenuti nel dossier che il presidente Renato Schifani ha portato a Roma.
Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il governo insieme allo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, ha stanziato una prima tranche di risorse e in questi giorni tocca alla cabina di regia istituita alla Regione suddividerle in base alle criticità più evidenti che si stanno registrando nell’isola.
Dall’Ati Idrico di Agrigento non possono al momento fornire dettagli su quali interventi sarà possibile realizzare rispetto all’elenco di opere necessarie elencate in un’apposito dossier. Ma, vista la situazione di emergenza che si sta vivendo nell’agrigentino, è presumibile che la cabina di regia, guidata dallo stesso Schifani e coordinata dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, inserisca tra i lavori da fare entro i prossimi due mesi quelli suggeriti dall’ufficio tecnico dell’Ati Idrico provinciale. In particolare, quelli che si possono fare nel breve termine sono un nuovo pozzo da 50 litri al secondo a Sciacca che costa 500 mila euro (affidati lavori di trivellazione), e il potenziamento delle sorgenti “Chirumbo” a servizio di Casteltermini, che contribuirebbero di ridurre il prelievo dal Fanaco di 8 l/s. Difficilmente realizzabile in questa prima tranche è la trivellazione del pozzo di Monnafarina e del relativo acquedotto di interconnessione con il sistema. Occorrono circa 5 milioni di euro, ma potrebbe recuperare circa 50 litri secondo da immettere nel sistema Voltano, preziosi per compensare parzialmente gli ammanchi del sistema Fanaco.
Non sono opere dai costi elevati, ma c’è da considerare che i 20 milioni disponibili devono essere suddivisi per l’intero territorio regionale, per cui c’è un certo timore rispetto alle decisioni che verranno adottate a Palermo. Il pozzo di Sciacca e quello di Casteltermini avranno certamente il via libera, più difficile quello di contrada Monnafarina. Ma ci si spera,
Altro discorso sono le risorse da destinare immediatamente all’acquisto di autobotti: senza disponibilità idrica i mezzi potranno trasportare ben poco. La pioggia di queste ultime ore, è bene dire, non ha prodotto particolari benefici per l’invaso Fanaco. Sono caduti 60 millimetri di pioggia, ma è poca l’acqua che si può utilizzare visto che il lago è quasi a secco.
Giuseppe Recca