Elezioni, tutti pazzi per il civismo. Ma quanti piedi dentro i partiti!

SCIACCA- Editoriale di FILIPPO CARDINALE

Come in un’opera pirandelliana si stanno recitando a Sciacca, in occasione delle prossime elezioni amministrative, dilemmi introspettivi come precursori dell’imminente campagna elettorale. La problematica legata alla simbologia partitica sembra essere il tema predominante su quelli che affliggono la città.

In città è scattato l’irresistibile voglia di “civismo”. Mentre la gente si allontana dalla politica, gli stessi politici non ritengono opportuno trincerarsi dietro il simbolo del partito. Ma fu vero civismo? Ai posteri l’ardua sentenza, ma nell’attuale alcune considerazioni mi piace svolgerle.

Il movimento Mizzica nasce, anni fa, grazie al supporto di pezzi della sinistra che, stanchi di essere considerati come “estremisti” hanno dato il via ad un percorso politico giovanile dal sapore tipico della “sinistra giovanile” condita con altri elementi prettamente riconosciuti in città come classe dirigente di sinistra. Oggi ha un suo candidato sindaco, Fabio Termine, che perplesso sul risultato finale della prossima competizione elettorale prova a tessere accordi anche con ex sindaci agrigentini provenienti dal centrismo e che potrebbero aiutarlo ad entrare in alcune fette di elettorato.

La lista civica “Sciacca Terme Rinasce” vanta la presenza al suo interno di elementi provenienti dall’UDC e dall’Mpa anche se prova ad attrarre consensi nel mondo delle professioni e della sanità. Anche loro vantano al loro interno un papabile candidato che è l’architetto Michele Ferrara.

Altro progetto civico è quello dell’ex sindaco ed ex deputato Ignazio Messina che, seppur si sia presentato alla città come candidato sindaco civico, rivestire il ruolo di segretario nazionale di “Italia dei valori”. Messina vorrebbe una sua squadra di governo DOC fatta di professionisti del settore lontani dalle logiche partitiche, elemento quest’ultimo che potrebbe impedire avvicinamenti al suo progetto politico.

“Sciacca 2022” unisce tre ex assessori comunali provenienti da mondi diversi ed in cerca di una nuova casa. Settecasi dopo l’esperienza con “Cantiere popolare” è approdato poi al partito democratico consumando, di fatto e per varie ragioni, la successiva rottura con l’amico deputato Michele Catanzaro. Paolo Mandracchia giunge all’idea civica dopo anni di militanza in partiti di sinistra, mentre Filippo Bellanca, dopo aver seguito per lunghi anni gli spostamenti compiuti dall’ex senatore Nuccio Cusumano, si ritiene oggi pronto ad un progetto civico.

“Noi con l’Italia” o meglio ancora “Noi con Sciacca” è un muovo raggruppamento che fa capo all’ex senatore Giuseppe Ruvolo. Al suo interno diverse anime provenienti da ambienti cusumaniani e forzisti che hanno più volte ribadito la volontà di correre con un progetto scevro dalle logiche di partito.

“Sciacca al centro” di Fabrizio Di Paola dopo l’ennesima delusione legata al comportamento di Forza Italia verso i “Di Paoliani” ha serrato i ranghi ed ha rimesso in moto la progettualità civica. L’ennesimo schiaffo del partito forzista all’ex sindaco ed ai suoi amici avrebbe spinto l’associazione culturale a guardare con interesse ad una progettualità civica sebbene, al loro interno, rimangono vive appartenenze e nuove passioni legate ad ambiti non locali ma regionali e nazionali. Salvatore Monte avrebbe incontrato, più volte, seppur per ragioni di mera amicizia personale, Cateno De Luca ex sindaco di Messina e prossimo candidato alla carica di presidente della Regione.

Fratelli d’Italia è ad oggi il partito che non rinuncerebbe al simbolo. Con il petto gonfio di soddisfazione per gli attuali sondaggi, sembra ormai chiara l’alleanza tra l’area marinelliana e quella di Gaetano Cognata. A supportare questa forza elettorale che, palesemente, fa riferimento al presidente della regione Nello Musumeci, ci sarebbero Silvio Caracappa di “Diventerà Bellissima” e la
New entry nella persona di Matteo Mangiacavallo. In questo raggruppamento si fa sempre più forte la ricandidatura di Calogero Bono.

L’UDC seppur in sordina ha rimesso in moto la propria azione politica coordinata dall’ex consigliere Nicola Assenzo e supportata da ex consiglieri comunali con gli innesti di attuali esponenti dell’amministrazione Valenti. Questo raggruppamento guarderebbe di buon occhio ad una coalizione organica di centro destra.

In casa Forza Italia, reduce dal recente ingresso di Nuccio Cusumano e da un ritorno di fiamma di Mario Turturici in qualità di coordinatore locale, si guarderebbe ad una possibile alleanza con il Partito Democratico. È innegabile che Gianfranco Miccichè e Michele Catanzaro godano di buona amicizia che potrebbe scaturirsi in un patto di ferro. A scendere in campo per la carica di primo cittadino potrebbero essere lo stesso Mario Turturici, Simone Di Paola o l’attuale Vice sindaco Gisella Mondino. Per evitare di marchiare a fuoco questa coalizione qualcuno avrebbe proposto il nome di Carmelo Burgio, ex segretario generale del comune di Sciacca che avrebbe declinato già l’invito.

In caso Mpa si attende di comprendere la strategia finale dettata dall’onorevole Roberto Di Mauro. Nella cittadina saccense la palla è in mano a Lorenzo Maglienti, Vittorio Di Natale e Antonio Casciaro. Il dilemma che affligge il gruppo legato sentimentale a Raffaele Lombardo è quello di capire quale strada seguire. Maglienti e Casciaro attendono mentre Di Natale ambirebbe ad un quadro di centrodestra.

La lega di Matteo Salvino a Sciacca non presenterà il suo simbolo. L’onorevole Carmelo Pullara avrebbe concordato con i suoi di spendere il movimento “Onda” presentato in assemblea regionale siciliana nel gennaio 2021 e chiara costola della Lega. Onda vede il suo braccio operativo nell’ex consigliere Carmela Santangelo e dal segretario locale della lega, l’avvocato Giuseppe Segreto. Questo gruppo potrebbe camminare di pari passo con i protagonisti di “Sciacca 2022”.

Fin qui il Panorama di tutti i partecipanti alla prossima campagna elettorale. Confusione, veti incrociati, calcolatrici a portata di mano per comprendere chi potrà solcare la soglia del ballottaggio. Tutto questo mentre la città rimane lontana mille miglia da ognuno di questi singoli ragionamenti. Il rischio dell’astensionismo rimane alto. Così come rimane alta la preoccupazione tra chi è già in piena campagna elettorale. Insomma, siamo all’inizio di un lungo percorso che sboccerà con la definizione delle coalizioni (con o senza simbolo di partito).