ELEZIONI SINDACO, L’ONDA GRILLINA RALLENTA?
Editoriale di Filippo Cardinale
Pochissimi mesi fa, l’onda grillina aveva preso consistenza, quasi a diventare uno tsunami. La conquista della poltrona di sindaco a Roma, a Torino. Nel nostro piccolo, ma prossimi a Sciacca, i grillini conquistano Porto Empedocle e Favara. Nel nostro “piccolo”, però, la vittoria delle elezioni favaresi ed empedocline destavano una forte apprensione al fortino della politica “tradizionale”, quella contraddistinta dallo steccato del centrodestra e del centrosinistra.
Il “nemico” è alle porte e la preoccupazione assale i partiti tradizionali, impegnati nella ricerca di una strategia elettorale che possa arginare l’avanzata grillina. La vittoria nei due grossi comuni agrigentini è un segnale inequivocabile. L’elettorato ha rotto i margini degli schemi tradizionali e, rispetto ad una situazione socio-economica che è un disastro per la nostra provincia e la nostra Sicilia, riversa sui grillini un malessere che aumenta sempre più. Si è visto con la massiccia affluenza al referendum, si è visto con un plebiscito del NO che è stato, certamente, un voto non al contenuto del quesito, ma nei confronti di una politica che raggiunge distanze siderali rispetto alle necessità della gente.
A Sciacca si profila, per le prossime elezioni di maggio, una competizione basata su tre poli. Centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Abbiamo più volte scritto, sul nostro giornale, il bisogno di un reale cambio di passo da parte degli schieramenti politici tradizionali. Pensare oltre. Ma la classe politica locale sembra chiusa in un fortino, immaginando che la sommatoria di liste possa ergersi a sicuro margine.
Siccome i conti si fanno con l’oste, la classe politica locale sembra eludere questa elementare regola. Fatti loro. I conti, alla fine, si pagano. Rispetto a qualche mese fa, però, sono maturati fatti nuovi che possono rappresentare un frangiflutti per l’onda grillina. I fatti di Palermo (firme false per le liste alle passate comunali del Capoluogo) ora quelli di Roma, dimostrano dei limiti ‘avanzata pentastellata. A questo si aggiungano le prime mosse delle amministrazioni grilline a Favara e a Porto Empedocle: le dichiarazioni di dissesto finanziario dei due Comuni. Certo, il difficile fardello economico ereditato dalle precedenti amministrazioni non è imputabile alle neo elette amministrazioni grilline.
Ma c’è una questione di fondo, la reale capacità del M5S di amministrare e assumersi responsabilità di governo, lasciando le proteste e concretizzando proposte. A Sciacca, tra cinque mesi vi voterà per l’elezione del sindaco e del nuovo Consiglio comunale ridotto di 6 consiglieri comunali per effetto della nuova legge elettorale approvata all’Ars. Non saranno, infatti, più 30 i consiglieri comunale, ma 24. I grillini saccensi sono impegnati, in questo periodo, a spulciare curriculum di possibili candidati. Diciamolo con franchezza. La mira di conquista del governo cittadino è sembrata, fin qui, abbastanza agevole. Si coglie abbastanza facilmente un malessere dei cittadini rispetto al quadro politico tradizionale.
La nostra città è stata governata sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Entrambe le esperienze, anche a causa di una contingenza nazionale e più marcatamente siciliana, non hanno dato quei risultati attesi. La vittoria grillina sembra a portata di mano. Ma è così? Obiettivamente, con gli ultimi fatti, non è così semplice come si possa immaginare. Ecco, allora, che la strategia grillina necessita di un aggiustamento di rotta.
Le due anime pentastellate, inutile sottacere, quella più moderata e quella più ortodossa, devono necessariamente aprire gli occhi, soprattutto quella più “agguerrita”. Oggi, non basta più lasciarsi andare sulla spinta dell’onda favorevole. Né la questione può essere posta sull’effetto del nome del candidato. I grillini saccensi hanno un compito, paradossalmente, più arduo di quello dei due schieramenti tradizionali. In buona sostanza, devono dare vitalità al moto ondoso attraverso un programma elettorale convincente, ma soprattutto con una squadra di governo che non si limiti agli slogan, né a dichiarazioni di dissesto finanziario, né a criticare il passato (che conosciamo molto bene).
Siamo certi che il deputato saccense, Matteo Mangiacavallo, attuale capogruppo all’Ars, non si lasci trascinare da regole astruse e astratte di un non statuto del Movimento. Il parlamentare saccense deve fungere da potente locomotore in grado di muovere il convoglio grillino sui giusti binari, quelli idonei all’adeguata guida di una città in preda a emergenze sociali ed economiche davvero drammatiche. Emergenze che non possono essere affrontate con ordinaria amministrazione o slogan. Anche per i grillini non è facile l’imminente competizione elettorale.
Forse, tale difficoltà sarà un bene per i pentastellati. A volte, cullarsi di essere spinti da venti favorevoli porta a illusioni. E in questa città, i venti (che non mancano) spesso cambiano direzione repentinamente.