ELEZIONI, QUATTRO POLI PER UN SINDACO. SCALDANO I MUSCOLI CUCCHIARA-BONO-GIRASOLE

Aumenta la confusione farcita di incertezza nella nostra Sciacca in vista delle elezioni amministrative. Una partita elettorale che si gioca con le nuove regole approvate dall’Assemblea regionale siciliana. La norma più pregnante è il quorum del 40%. Se le liste che appoggiano un candidato sindaco non raggiungono il 40% si va al ballottaggio. E’ chiaro a tutti gli operatori politici che i “tempi supplementari” sono a vantaggio dei grillini. Chi pensa di raggiungere il 40% e chiudere la partita a primo turno è deficitario di matematica. Peggio ancora, non ha capito la realtà umorale dell’elettorale. Peggio per loro.

A votare nelle elezioni del 2012 sono stati 27.200 saccensi, il 76,25% rispetto agli elettori che erano 35.671 C’è altresì da considerare che le liste non saranno più formate da 30 candidati ma da 24. Questo significa anche una minore somma di consensi che la singola lista raccoglie. Considerando un calo del 5% dei votanti (la voglia di non andare a votare c’è, ma alla fine l’effetto dei candidati riesce a portare alle urne gli elettori, almeno nella prima fase), il 40% dei voti validi per raggiungere la quota che assicura l’elezione senza ballottaggio è pari ad una cifra che si attesta intorno a 10.100 voti. Superare 10.000 voti sembra, a primo acchito, meta raggiungibile. Nella realtà non è così se a concorrere sono tre poli, centrosinistra, centrodestra e grillini.

ORA C’E’ ANCHE IL QUARTO POLO . Per i partiti tradizionali raggiungere il 40% è impresa ardua. Diventa impossibile se ai tre poli si aggiunge il quarto. C’è un’area che gravita a sinistra (è sempre la sinistra a dare l’esempio della disgregazione, della frammentazione) che intende scendere in campo con proprie liste e proprio candidato. I protagonisti della nascita del quarto polo sono l’ex sindaco Ignazio Cucchiara, l’ex vice sindaco Mariolina Bono, l’ex assessore Stefano Girasole. Attorno a quest’area graviterebbe il neonato movimento politico di Mizzica. Voci che vedrebbero come profilo di candidato sindaco l’ex segretario comunale Carmelo Burgio risultano lontane anni luce dalla realtà. Burgio non pensa alla candidatura. Il quarto polo starebbe corteggiando la “sinistra” del centrosinistra, cioè l’ex Sel, oggi Sinistra Italiana, cui fanno capo il consigliere comunale Paolo Mandracchia e l’ex assessore Fabio Leonte. Ma sia Leonte che Mandracchia vedrebbero con sospetto tale corteggiamento. Se non altro perché ancora non ci sarebbe quella trasparenza dei volti e di programma. IL

CENTROINISTRA. Il centrosinistra è alle prese con diverse riunioni per dare una risposta all’interrogativo amletico sul bilancio. Ma nel contempo ha aperto le discussioni sul da farsi per le amministrative. Pd, Sciacca Democratica e Sinistra Democratica discutono. A quest’area bisogna aggiungere Sicilia Futura, i cui referenti politici sono i deputati regionale Salvatore Cascio e Michele Cimino. Gli incontri si susseguono, ma il nocciolo della questione rimane sempre la frammentazione del Pd.

I GRILLINI. Si affidano ai banchetti, non quelli conviviali. Vero è che Sciacca è paese di schiticchi, ma i banchetti pentastellati servono a misurare il polso dei cittadini e avere suggerimenti dalla base. Come forza nuova, come forza che appare come apriscatole, ci saremmo aspettati già un programma innovativo, diverso dal solito. Un programma capace di trasmettere l’idea di programmazione a lunga gittata. Insomma, una realtà politica che prende in mano le sorti della città secondo idee ben precise, secondo una visione che vada al di là delle esigenze dei singoli cittadini. Un programma già da sottoporre ai cittadini, e non il contrario. Ciò dà la sensazione che, al di là dei massimalismi, non c’è una visione di come diventerà Sciacca nei prossimi 20 anni. Insomma, al di là della normalità.

CENTRODESTRA. Se avete notizie fatecele sapere.

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