Elezioni provinciali, verso un inciucio FI, Mpa, Pd e M5S. Pace invita ancora all’unità del centrodestra

Come mandare in aria una vittoria elettorale e spaccare il centrodestra. Può essere il titolo di un manuale che sta per essere scritto a quattro mani, con Forza Italia, Mpa, Pd e M5S

AGRIGENTO- La politica ha sempre una doppia faccia, quella visibile e quella subdola, nascosta, tramante. E mentre a Palermo il Pd e M5S attaccano costantemente il presidente della Regione, il partito del medesimo ad Agrigento amoreggia con chi lo accoltella e con l’aiuto di Mpa, altro alleato di Schifani. I dominus della politica agrigentina Gallo (Fo) e Di Mauro (Mpa) vanno a braccetto per spaccare il resto del centrodestra. Da giorni non è più velato un nuovo tavolo attorno al quale si sta preparando un menù in vista delle elezioni di aprile per l’ex provincia- Voto a cui parteciperanno solo i sindaci e i consiglieri comunali. Niente volontà popolare. C’è un dialogo aperto tra una parte significativa del Pd, che fa parte al deputato saccense Michele Catanzaro, il M5S (che non riesce a mettere su una lista), Forza Italia (si il partito di Schifani bersagliato dal Pd e M5S) e Mpa, il partito del potente Roberto Di Mauro, da sempre presente all’Ars. Nella terra delle farse è probabile che si avranno due candidati del centrodestra. Uno Dc, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati. L’altro di Forza Italia, Mpa, parte del Pd e M5S. L’onorevole DC, Carmelo Pace, capogruppo della DC all’ARS, interviene ancora una volta sulla questione. “Siamo al paradosso – dichiara- per cui il tavolo regionale che riunisce i leader del centrodestra partorisce soltanto buoni propositi, mentre gli accordi sui nomi si siglerebbero su base locale e su altri tavoli trasversali, fuori dalla coalizione, dalla logica politica e dal buon senso. Nonostante gli appelli all’unità e la disponibilità della DC e degli altri partiti della coalizione a convergere, anche in provincia di Agrigento, su un nome unitario, sembrerebbe che alcuni partiti nostri alleati si siedano ufficialmente con noi nel tavolo regionale per poi confabulare al contempo in provincia di Agrigento, con i nostri oppositori politici mettendo a repentaglio non solo una vittoria schiacciante del centrodestra unito, ma gli equilibri stessi della coalizione”. Pace pone un interrogativi: “Come mai, anziché rispondere ai numerosi appelli all’unità (cosa che hanno fatto DC, Fdi, Lega e Noi Moderati), ci si siede con il Pd e i 5 Stelle, acerrimi oppositori del Governo Schifani? Perché buttare alle ortiche una vittoria scontata del centrodestra e investire sulla rottura della coalizione? Quale vantaggio porterebbe al centrodestra, agli equilibri della coalizione e al governo regionale in carica un accordo con le opposizioni?”- Per il parlamentare agrigentino “un’intesa tra Pd e Movimento 5 stelle allargata a pezzi di centrodestra sarebbe un’ipotesi impraticabile, politicamente innaturale, figlia di un accordo capestro che nulla ha a che vedere con le dinamiche d’Aula e con la maggioranza che sostiene lealmente il Governo Schifani. Non potrei credere che il famigerato “campo largo” in provincia di Agrigento stia lavorando a questo clamoroso inciucio”. Pace rinnova ancora una volta la volontà della DC “a trovare un’intesa su un candidato condiviso da tutti, senza diktat romani o palermitani” e si augura che Forza Italia ed  MPA in provincia di Agrigento “possano sedersi nel loro unico tavolo naturale, che è quello del centrodestra, per scegliere tutti insieme il miglior candidato per un centrodestra unito, mettendo da parte eventuali accordi politici improbabili”.