Elezioni provincia, anche nel 2015 Forza Italia e Pd tentarono l’inciucio. Il gallo canta ancora nel 2025 e il Pd è in fermento

Corsi e ricorsi della storia. Quella con la s minuscola, quella farcita di inciuci, di interessi personali, si svendita dei principi di un partito. Voci insistente parlano di un accordo Pd, Forza Italia e Mps per le elezioni del 27 aprile alla provincia. Nel 2015 ci fu lo stesso tentativo che causò un terremoto politico

AGRIGENTO. Gli uomini non cambiano mai, era il titolo di una canzone stupenda di Mia Martini. E quanto ragione aveva! Gli uomini non cambiamo mai, specie qualcuno che intende ripetere ciò che aveva progettato nel 2015 sempre ad Agrigento. C’era di mezzo la candidatura a sindaco del capoluogo della nostra provincia. E il dominus forzista Gallo intese stringere un patto di ferro tra Forza Italia e Pd. Accadde un terremoto politico. Contro tale inciucio si dimise la vice segretaria provinciale del Pd, la saccense Cinzia Deliberto; intervenne anche l’allora consigliere politico di Silvio Berlusconi, Toti (poi diventato presidente della regione ligure e poi dimessosi per le note vicende). Oggi, lo abbiamo scritto giorni fa, in provincia di Agrigento, in vista delle elezioni per la provincia che si svolgeranno il 27 aprile, la storia si ripete. L’unica nota che chiede chiarimento arriva dal segretario cittadino del Pd di Agrigento, Cuffaro. Una vocina nel deserto. Altre smentite, quelle più corpose non arrivano. Nè dal deputato saccense e capogruppo del Pd all’Ars, Michele Catanzaro, nè dal dominus di Forza Italia, il deputato Gallo, nè dall’inossidabile deputato Di Mauro, recordman di legislature all’Ars. Era marzo del 2015 e qualche mese dopo doveva votarsi per l’elezione del sindaco di Agrigento. Fece scalpore l’inciucio che il dominus forzista Gallo tentò con il Pd per far eleggere il candidato centrodestra. Insomma, Mentre il Pd nazionale attaccava Silvio Berlusconi duramente, ad Agrigento Forza Italia e Pd tessevano per il matrimonio. Il fidanzamento, prossimo a trasformarsi in matrimonio, fu mandato all’aria grazie anche alle dimissioni dell’allora vice segretaria provinciale, la saccense Cinzia Deliberto. Dimissioni che fecero eco nazionale. “Apprendo che il Partito Democratico alle elezioni amministrative di Agrigento sarà alleato di Forza Italia”, tuonò Deliberto, rimarcando, nella lettera di dimissioni inviata al segretario provinciale del Pd, che le “corre l’obbligo di porre fine alla nomina che tu stesso mi hai conferito poiché penso che il rapporto di fiducia di trasparenza e condivisione degli obiettivi, sui cui si basava, si sia interrotto. Le notizie non si possono apprendere tramite mass- media, rispetto a progetti politici che diventano sempre più lontani dagli ideali di sinistra e di centro sinistra; il PD oggi, sta diventando solo un grande contenitore nel quale i valori fondanti diventano sempre più sbiaditi. Non voglio essere spettatrice inerme, tantomeno si può essere chiamati a ratificare le scelte di pochi. Perché nessuna riunione con i componenti della segreteria è stata fatta, per capire le motivazioni di scelte che ci portano controcorrente e che prefigurano alleanze anomale? Dopo gettonopoli – scrive ancora Deliberto- per il rinnovo delle istituzioni in seno al Comune di Agrigento, mi sarei aspettata una posizione diversa, che desse certezze e garanzie agli agrigentini. Purtroppo mi rendo conto che i processi politici vengono governati da alcuni soggetti che hanno la brutta abitudine di decidere per tutti in barba al concetto di democrazia. Non voglio partecipare al “CAOS” che si sta creando dentro il PD, un trasformismo che non mi appartiene, che esaspera e confonde i cittadini e i militanti che hanno ancora vivi gli ideali di sinistra e di centrosinistra”. Il candidato oggetto dello scandalo politico aveva il nome di Silvio Alessi, il candidato alle primarie di “centrosinistra” per il “Patto del territorio”. Movimento guidato dal parlamentare nazionale di Forza Italia Riccardo Gallo. Una scelta, quella di partecipare a queste primarie, che aveva ricevuto lo “stop” sia del coordinatore regionale di Forza Italia Vincenzo Gibiino sia dal consigliere politico di Silvio Berlusconi. Giovanni Toti, con una nota in cui non fa espressamente riferimento ad Agrigento, è comunque molto chiaro: “Nessun esponente di Forza Italia ha avuto mandato a partecipare alle primarie di altre forze politiche”. Oggi la storia mette in atto i corsi e i ricorsi. Nel Pd c’è una guerra interna tra l’area Bonaccini e quella della segretaria nazionale, in Sicilia rappresentata da Provenzano. Nell’area Bonaccini il punto di riferimento è il deputato saccense, l’unico in provincia di Agrigento, Michele Catanzaro. Nel centrodestra c’è il deputato Riccardo Gallo che, insieme al pluridecennale deputato all’Ars Roberto Di Mauro, tramano per l’intesa Pd, Forza Italia, Mpa, spaccando, in tal modo, l’altra parte del centrodestra DC, Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati. La parte di Pd che fa riferimento potrebbe legarsi all’inciucio sotto mentite spoglie, con una lista civica. Vedremo nei prossimi giorni. Il 7 aprile scade il termine per presentare le liste.

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