ELEZIONI POLI…VALENTI
Di Filippo Cardinale. Con la data certa delle elezioni comunali, il prossimo 11 giugno (e in caso di ballottaggio il 25), la macchina organizzatrice dei partiti avvia l’accensione dei motori. La scelta dei candidati che, in altri tempi, era una strada meno impervia, oggi rappresenta una salita con l’aggiunta di tornanti che rendono il percorso sempre più arduo.
Non è stato facile per i grillini , la cui scelta su Domenico Mistretta, è avvenuta pochi giorni fa ma dopo un valzer di nomi. Non è ancora scontata la candidatura di Domenico Contino per il movimento Mizzica . L’ultima terminologia coniata dai mizzichiani è che Contino fa parte della squadra dei sei. Non è facile per il centrodestra dopo la rinuncia di Fabrizio Di Paola a ricandidarsi. La fase di avvicinamento a Calogero Filippo Bono prosegue ma deve rispettare rigorosamente alcuni passaggi. Tra questi, pare assai probabile l’uso delle primarie.
Non è stato facile per il centrosinistra . La coalizione ha messo da parte nomi del ventaglio più squisitamente politico per attingere in quello “tecnico”. La convergenza sull’avvocato tributarista Francesca Valenti è stata sofferta e sudata. Senza dimenticare le perplessità all’interno di Futura Sicilia, poi superate. Ma anche il tempo necessario che la Valenti ha utilizzato per sciogliere la riserva e accettare ufficialmente la candidatura.
Nel contempo, però, nell’attesa delle ufficializzazioni delle candidature, i poli da quattro sembrano aumentare a cinque, addirittura sei se si concretizza anche la candidatura di Stefano Scaduto .
La coppia Messina-Turturici riaccende gli antichi amori. Turturici fu sindaco con Messina vice presidente del Consiglio comunale. Il primo di vocazione centrosinistra con radici che affondano nella scuola politica di padre Sorge, ispiratore della Primavera palermitana di Leoluca Orlando. Il secondo nato democristiano, poi fulminato da Berlusconi. Dalla scissione di Ncd di Alfano da Forza Italia, Turturici rimane azzurro e con un rapporto diretto con l’allora protagonista del sessantuno a zero Gianfranco Miccichè. Mentre Messina dà le spalle al centrosinistra per non aver usato le primarie nella scelta del candidato, contestando “l’imposizione dall’alto”, Turturici è stato un costante oppositore dell’amministrazione Di Paola. Ambedue, adesso, si trovano ad aver contestato la propria area politica, ma condividono l’esigenza di creare un polo elettorale per scendere in campo con lista e magari con candidato sindaco.
Polivalenti . Queste elezioni sembrano essere proprio polivalenti col rischio di creare confusione o di generare sosia come nella poesia di Arthur Rimbaud. Non sappiamo cosa nei prossimi giorni Turturici e Messina, con il supporto di Michele Ferrara e Santo Bono, produrranno nella loro fucina. Ma un nascituro concorrente nella competizione elettorale prossima ha una caratteristica polivalente. Dovrebbe attirare l’attenzione di chi? Del centrosinistra? Con Messina che ha detto no grazie, non crediamo. Col centrodestra? Con Turturici che ha criticato aspramente l’attuale sindaco, non crediamo. Ma è pure vero che in politica mai dire mai. Tutto è possibile anche di fronte l’elettorato che ha assistito a sciabolate incredibili tra centrodestra e centrosinistra. Né, riteniamo, sulla scorta del nuovo clima elettorale e delle nuove regole elettorali, che si possa immaginare di utilizzare la propria forza, anche di poco peso, in zona ballottaggio, poichè è scontato che in tale zona si oderà il frinire i grilli.
I tempi sono assai cambiati, e le esperienze elettorali di questi ultimi tempi (Torino è eclatante, come le più vicine Favara e Porto Empedocle) dimostrano che al ballottaggio le paratie delle dighe si rompono con la conseguenza che l’elettorato sceglie senza più condizionamenti di amici, parenti e affini.