ELEZIONI: NON PARLATE A VANVERA SULLE TERME
Il processo che porta al bando di evidenza pubblica è prossimo alla fine. Ma ancora la classe politica discute come se ci fossero margini di “concertazione”
EDITORIALE di Filippo Cardinale
Il tema delle terme, del loro rilancio, è un comune denominatore dei candidati a sindaco. Tutti sono concordi, e non può essere diversamente, nel ritenere la risorsa termale un bene essenziale per lo sviluppo della città. Vi è però una questione che sfugge a tutti: in verità la questione termale è già sfuggita dal controllo dell’Ente locale, cioè del Comune.
Abbiamo più volte scritto sul nostro giornale che la Regione, con il Presidente Raffaele Lombardo in prima fila, ha già affidato a Sviluppo Italia-Sicilia il compito di predisporre il bando di evidenza pubblica per affidare a terzi, in concessione, le strutture termali. Tecnici di Sviluppo Italia-Sicilia sono già stati a Sciacca, hanno fatto numerosi sopralluoghi per espletare il loro compito. Hanno visto e rivisto il territorio, hanno valutato il patrimonio termale, hanno analizzato il potenziale di sviluppo. Non hanno, invece, consultato né le istituzioni comunali, né le categorie produttive e sociali della città.
Tutto ciò denota, ma già era evidente da molto tempo, che sulla questione termale si vola sopra le teste dei saccensi. E mentre la nostra classe politica discute, Sagunto, ovvero le Terme, vengono “espugnate”. L’iter affidato a Sviluppo Italia-Sicilia è già al termine. Tra non molto la società consegnerà alla Regione la bozza del bando per la ricerca del privato a cui affidare in gestione le terme.
Una volta espletato tale compito, sarà assai difficile trovare margini di concertazione con il provato che gestirà le terme. Il piano industriale della società che gestirà le strutture termali non potrà essere sindacato da entità esterne alla società concessionaria. In buona sostanza, la città di Sciacca, le sue istituzioni, saranno fuori dal perimetro delle scelte. In verità lo è già adesso perché Sviluppo Italia-Sicilia sta marciando avanti nel silenzio assoluto. Dunque, quando i candidati a sindaco, in buona fede, discutono del futuro delle terme entrano in un campo che è ormai refrattario.
La promessa dell’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, di venire a Sciacca lo scorso 28 luglio per illustrare il bando di selezione dell’advisor si è arenata inesorabilmente per volontà del Presidente della Regione che ha imposto l’affidamento diretto a Sviluppo Italia-Sicilia. Armao non si è più fatto vedere sul suolo saccense, né il Presidente della Regione. Il profilo futuro (immediato futuro) è già tracciato e a nulla serve parlare dei ricordi dell’azionariato popolare dei saccensi. Questo fu.
Le Terme sono della Regione e la Regione ha già tracciato il destino. Ai saccensi non rimarrà altro che “prendere atto”. Su questa realtà mi piacerebbe ascoltare i candidati a sindaco, su una realtà che ha già consumato passaggi importanti e irripetibili della filiera della privatizzazione.
Noi, poniamo 5 domande di riflessione:
1.l’affidamento della gestione ai privati, cioè la cosiddetta “privatizzazione sostanziale”, dovrà avvenire mantenendo l’unitarietà del complesso aziendale o favorendo la sua disarticolazione in più aree di business, distinte fra loro (“unità o spezzatino”? per utilizzare due termini largamente usati nel gergo giornalistico)?
2.qual è il valore reale dei cespiti aziendali delle Terme di Sciacca e quale potrebbe essere il prezzo di cessione ai privati? E il prezzo di cessione da cosa dipenderà? Dal valore attuale (su cui interferisce pesantemente l’esito della liquidazione) o dal valore prospettico che tali cespiti potrebbero avere, tenuto conto degli investimenti di cui qualcuno (o il soggetto pubblico, in fase di dismissione, o i privati, in fase di subentro) dovrebbe farsi carico?
3.l’attuale modello di business delle Terme di Sciacca, prevalentemente orientato ad un termalismo tradizionale e convenzionato, è compatibile con i nuovi orientamenti del turismo della salute e del benessere termale che si stanno rapidamente affermando nel mercato nazionale ed internazionale? Se non dovesse essere adeguato, quali sarebbero i costi da sostenere per un suo adeguamento al “nuovo”?
4.il riposizionamento, interpretabile anche come rilancio, delle Terme di Sciacca – che spetta indubbiamente alla Regione, poichè le Terme sono regionali – dovrà avvenire in modo indipendente, o in qualche misura collegato, ad una progettualità del territorio (leggasi Comune e Provincia) sulla valorizzazione della vocazione turistica di questa area?
5.dato che l’attuale società di gestione (Terme di Sciacca SpA) è in liquidazione, quale e come dovrà essere il “contenitore” che gestirà le nuove Terme? Sarà una nuova società, di cui saranno soci la Regione (proprietaria dei beni demaniali) e i privati? O sarà soltanto una società privata cui la Regione affiderà in concessione la gestione degli stabilimenti e degli altri cespiti?
Si tratta dei principali interrogativi tecnici, ai quali – nel progetto cui sta lavorando presumibilmente l’advisor Sviluppo Italia Sicilia – si dovrà comunque dare una risposta. Probabilmente, altri interrogativi emergeranno in fase di valutazione. Ovviamente, alcuni di questi interrogativi tecnici hanno pure contenuto e valenza politici.
E’ su questo versante, infatti, che vanno valutati gli eventuali effetti positivi derivanti sia dall’approvazione di una legge regionale sul riordino del sistema termale in Sicilia sia dalla attivazione di un distretto produttivo sul termalismo. Entrambe le iniziative – la legge e il distretto – sono in itinere presso l’Assemblea Regionale Siciliana e il Governo Regionale. Inoltre, non sono neutrali ai fini della valutazione delle alternative (unità o spezzatino?) sia le modalità di svolgimento che gli esiti delle due liquidazioni in atto.
In questa fase, pertanto, occorrono grande prudenza e massima attenzione, unite ad una continua interlocuzione con i territori locali (istituzioni e società civile) che potrebbe risultare utile a prospettare l’eventualità di altre alternative finora non esplorate.
Il nostro giornale è a disposizione per offrire ai candidati a sindaco lo spazio di eventuale risposta.