Elezioni, il solito e inutile vizio di tirare la giacchetta per individuare un candidato sindaco
SCIACCA- EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE
Alle elezioni amministrative per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale mancano solo 90 giorni. Di solito è il tempo commerciale consentito per pagare una fattura. A Sciacca, il clima elettorale è ancora mite, tranne per l’ex sindaco Ignazio Messina già in campagna elettorale e marcia con la forza di un Caterpillar. Le altre componenti politiche, partitiche o simboliche (nel senso che si contraddistinguono per la vocazione a liste civiche, tralasciando localmente il cordone ombelicale con i referenti politici e di partito.
Il clima politico saccense nasconde difficoltà, fibrillazioni, voglia di guardare avanti traguardando le elezioni regionali e, successivamente, quelle politiche. Qualcuno ha ipotizzato “un campo largo” come a Roma. Facendo finta di ignorare che a Roma il “campo è largo” solo per paura delle elezioni anticipate con quel che comporta per le centinaia di novelli deputati che devono maturare la pensione. Anche a Palermo, quel “campo largo” è stato ridotto a campo da calcetto, delimitato dalle dichiarazione del segretario regionale del Pd, Barbagallo, che molto chiaramente ha detto che nel loro campo non c’è posto per Forza Italia.
Ritorniamo a Sciacca. In questi giorni si è portato alla ribalta il nome di un uomo che, senza tema di smentita, rientra nell’eccellenza della materia amministrativa e profondo conoscitore della macchina burocratica, sia esso di rango comunale che provinciale. Il dottore Carmelo Burgio, già ottimo segretario generale al Comune di Sciacca, è stato insistentemente tirato per la giacca affinché si prestasse alla candidatura a sindaco.
La tirata di giacca ha avuto, sin da subito, una precisa connotazione politica. Ed è proprio la connotazione politica, e la sua delimitazione perimetrale, che cozza contro l’idea dello stesso Burgio. Conoscendolo, egli presterebbe volentieri la sua esperienza e la sua professionalità al servizio della città. Ma ciò presuppone un elemento fondante e fondamentale. Le sue qualità indiscusse potrebbero essere rese disponibili qualora ci fosse un progetto programmatico di ampio respiro e condiviso coralmente dalla forze politiche. Non un campo largo, ma una corale condivisione capace di guardare oltre l’ordinaria amministrazione. In tale contesto, Burgio dovrebbe avere anche le mani libere per comporre, senza pressioni, una squadra all’altezza delle difficoltà che attanagliano la nostra Sciacca. Difficoltà che risiedono tutte, o almeno grandissima parte, in una situazione emergenziale che richiede uno straordinario sforzo di coesione da parte delle forze politiche.
Coesione che oggi non c’è, né ci sarà. Di conseguenza, tirare la giacca a Burgio senza che ci siano le condizioni è solo un atto di scortesia che una persona del suo calibro non merita affatto.