Elezioni ex Provincia, il candidato SMS (Sotto mentite spoglie) del Pd-Fi-Mpa

Ormai è sul binario della certezza la spaccatura del centrodestra e l’inciucio del Pd-FI-Mpa. Il Pd ha un accordo con parte del centrodestra con un candidato “sotto mentite spoglie”, appoggiato con liste civiche

AGRIGENTO- Scriviamo sulla questione relativa alle elezioni per l’ex Provincia da giorni dedicando l’attenzione ad un aspetto rilevante. La spaccatura del centrodestra in due parti: da una Dc, Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati. Dall’altra domina la solita e ormai capacità del Pd a farsi male con la vocazione della lite interna. E’ evidente tale spaccatura tra l’area della segretaria nazionale e quella del presidente del Pd. E in provincia di Agrigento è ancora più marcata. Se il fortino del deputato saccense Michele Catanzaro sembrava inespugnabile, oggi presenta lesioni che non danno più quella certezza che consentiva la progettazione di prospettive in avanti. In tutto questo vi sono anche le dimissioni del segretario provinciale Simone Di Paola, vicinissimo a Catanzaro. Ma si aggiunge anche un aggravante che è datato 31 dicembre 2024. E’ la data ultima per tesserarsi al Pd. Tutto sembra tranquillo fino alla mezzanotte della vigilia. Ma l’ultimo giorno accade il terremoto, ondulatorio e sussultorio. Devastante per l’immagine del deputato saccense Catanzaro, nonchè capogruppo del Pd all’Ars. Dopo aver pressato e tenuto a cottura lenta il sindaco Fabio Termine per ottenere una maggiore presenza Pd in giunta, ecco che il giovane sindaco esce allo scoperto con una mossa da manuale. Lui e ben 340 suoi amici si tesserano al Pd. Operazione riuscita benissimo perché condotta nella massima segretezza, cosa difficile a Sciacca. Di colpo, il sindaco diventa pieddino con una fortissima presenza nel partito. Ma lo diventa aderendo alla corrente opposta a quella di Catanzaro. Tutto questo contesto non deve apparire come marginale rispetto alle elezioni per l’ex Provincia del 27 aprile. Elezioni dalle quali sono esclusi gli elettori. Votano solo sindaci e consiglieri comunali. Ma torniamo al dunque. Abbiamo scritto diversi articoli sull’inciucio che si sta concretizzando e che vede sull’altare dello sposalizio la promessa di fedeltà tra parte del Pd, Forza Italia e Mpa. Dunque, a Palermo il Pd tuona contro il presidente della Regione evidenziando il suo fallimento alla guida del governo siciliano, mentre ad Agrigento va a braccetto per la conquista dell’ex Provincia. Va alla conquista abbracciando amorevolmente Forza Italia e Mpd, componenti della Giunta regionale e del centrodestra. E oggi, l’onorevole Miche Catanzario, sul Giornale di Sicilia ammette che “in realtà questa sarà una candidatura sostenuta solo da liste civiche”. Il riferimento è all’imminente ufficializzazione della candidatura a sostegno del sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, sostenuta, appunto, anche da Forza Italia e Mpa. Pendolino è un ex candidato alle Regionali del partito di Calenda, poi avvicinatosi all’Mpa di Roberto Di Mauro. L’accordo trasversale ha irritato anche i 5 Stelle agrigentini vicini ad Angelo Cambiano che vede alla deriva il campo largo. Dunque, il centrodestra non avrà quel volto unitario al quale i leader della maggioranza che sostiene Schifani alla Regione avevano lavorato per mesi. A livello locale i big hanno fatto maturare alleanze anomale che renderanno ancora più imprevedibile il risultato. La Dc, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e la Lega sosterranno un candidato che deve essere ancora individuare anche se favorito appare il sindaco di Bivona, Mirko Cinà, vicino all’onorevole Giusi Savarino. Ma potrebbe spuntarla anche il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, vicino al deputato Calogero Pisano. Il centrodestra unito avrebbe vinto la partita a occhi chiusi. Ma nella nostra provincia la farsa domina. E con essa l’inciucio. Ovviamente, sempre alle spalle dei cittadini.