La reazione di Vito Bono allo “sgarbo” del Pd

 

Chi immaginava nella staticità assoluta del sindaco ha dovuto constatare che eppur si muove . Ha reagito, Vito Bono, all’assenza del Pd nella seduta consiliare di ieri sera, quella dedicata alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, ma anche alla discussione sulla incredibile vicenda relativa al plesso scolastico San Francesco di via Nastasi. Eppure, il Pd, aveva annunciata l’assenza dalla seduta consiliare se non ci fosse stata, prima, chiarezza sulla vicenda della scuola di via Nastasi.

In verità, è da parecchio tempo, da mesi, che la maggioranza chiede una seria verifica politica. Ma il sindaco ha temporeggiato sempre, con la conseguenza di non aver estirpato il male ma di averne ritardato gli effetti con antibiotici che, di volta in volta, hanno peggiorato, però, di più il malessere all’interno della sua maggioranza. Ieri sera, il sindaco non deve averla digerita davvero l’amara pillola, e dopo bocconi amari, presi nel corso di mesi, ha reagito togliendo le deleghe all’assessore Vincenzo Fazio. L’assessore rimane sempre in carica, ma è ragionevole immaginare che è solo una questione di ore. Il ritiro delle deleghe è avvenuto senza preavvisare il vertice del Pd. L’onorevole Vincenzo Marinello, ma anche i consiglieri comunali del Pd non sapevano nulla. Salvo Paolo Montalbano a chiarire subito che la sua assenza era dovuta a motivi familiari. Le reazioni possono essere a catena, adesso.

Il Pd, che sulla carta conta Paolo Mandracchia, Paolo Montalbano, Francesco Fiorino, Giuseppe Coco e Vincenzo Sabella, potrebbe ulteriormente spaccarsi. Cosa, in verità, ormai conclamata. Se Paolo Montalbano e Paolo Mandracchia, con criteri diversi, prendono le distanze dalla strategia del Pd di non essere presente in aula, Fiorino, Coco e Sabella potrebbero spingere all’estremo, trasformando in appoggio esterno la loro presenza politica. Cusumano potrebbe vedere lievitare il suo gruppo da 6 a 8, accogliendo Mario Montalbano e Paolo Mandracchia. Ma rimarrebbe ancora più “solo” il dinamico assessore Fabio Leonte, che diventerebbe ancora più indipendente, considerato che non ha consiglieri comunali di riferimento. Avrebbe un Fli più incalzante per ottenere il secondo assessore. Ma soprattutto, Vito Bono, diventerebbe più Cusumano dipendente. Il socio di maggioranza è l’Api e con l’Api si tratta, senza se, senza ma.

Cusumano non intende concludere il mandato sindacale di Bono se questi non cambia rotta e concretizza un’azione politica e amministrativa volta a frenare la caduta libera di consenso. In poche parole, Cusumano non intende finire nel vortice della caduta di Sansone con tutti i filistei. Vito Bono non ha certo dimostrato di possedere le doti di un politico, né di avere carisma da leader. Ha una visione politica molto perimetrata, ma soprattutto è ricettore di alcuni consigli che fino ad ora non si sono rivelati forieri di cose buone. Siamo a due anni e mezzo dall’insediamento della nuova amministrazione.

L’unica certezza che viene fuori dal contesto politico attuale è che la città termale non può sopportare una navigazione a vista che duri altri due anni e mezzo.

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