“Ecco la verità sul commissariamento dell’Ati”. All’attacco 9 consiglieri di opposizione
SCIACCA. Sono 9 i consiglieri comunali che hanno condiviso una nota stampa in relazione al commissariamento dell’Ati: Bono, Milioti, Maglienti, Cognata, Monte, Bentivegna, Caracappa, Santangelo e Deliberto. E’ tutto il centrodestra più l’indipendente Deliberto. Affermano che “puntualmente ci tocca intervenire per ristabilire la verità dei fatti sulla vicenda Ati. Il sindaco Francesca Valenti non perde il vizio di raccontare cose non corrispondenti al vero e cambiare ad arte la realtà dei fatti accaduti. Ormai oltre ad aver perso il legame con la città, aver perso quasi tutti i consiglieri comunali ha perso anche il lume della ragione”.
Per i nove consiglieri, “il suo scarica barile sembra essere l’unico cavallo di battaglia per rimanere incollata alla poltrona”.
La Regione commissaria l’Ati “il sindaco accusa il Consiglio Comunale di avere perso tempo e di non avere deciso nel corso della seduta del 4 agosto scorso”. “Giusto per ristabilire la verità dei fatti, la proposta di delibera in questione viene trasmessa ai consiglieri comunali il 23 di giugno (vedi nota allegata, quando la scadenza era il 31 di maggio). Dopo il parere della commissione che ha 30 giorni di tempo l’esame viene calendarizzato dal Presidente del consiglio per il 3 di agosto.
E’ il Presidente del Consiglio comunale a convocare il consiglio comunale sentita la conferenza dei capigruppo. “Ci spieghi il Sindaco dove sono le colpe dei consiglieri comunali. Inoltre nel corso della seduta nessun consigliere ha manifestato dissenso verso una forma di gestione che considerasse l’acqua come bene pubblico e verso la forma della gestione pubblica. Sì è chiesto invero il rispetto delle prerogative del consiglio comunale e anche della legge, cosa che dovrebbe essere nota al Sindaco”.
Il Testo Unico delle Società Partecipate (TUSP) all’art. 5 testualmente recita .. “l’atto deliberativo di costituzione di una società a partecipazione pubblica da parte di amministrazioni pubbliche deve essere analiticamente motivato con riferimento alla necessità della società per il perseguimento delle finalità istituzionali di cui all’articolo 4, evidenziando, altresì, le ragioni e le finalità che giustificano tale scelta, anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria, nonché di gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato. La motivazione deve anche dare conto della compatibilità della scelta con i principi di efficienza, di efficacia e di economicità dell’azione amministrativa”. I nove consiglieri avevano chiesto ” il rispetto delle prerogative e della legge” e di avere conto circa la “convenienza economica e della sostenibilità finanziaria”.
“La risposta come al solito scomposta è stata che volevamo la gestione privata, dimostrandosi il Sindaco ancora una volta mistificatrice della realtà per non dire calunniosa”, sottolineano i 9 consiglieri. ” Adesso arriva il commissariamento e la colpa è del consiglio comunale che doveva rinunciare alle proprie prerogative, anche di legge, e non invece colpa del Sindaco che avrebbe potuto portare l’atto deliberativo ad aprile e avere il consiglio comunale tutto il tempo per trattarlo con calma come accaduto in tutti quei comuni che lo hanno già approvato”.
Ricordano anche che “in aula sulla richiesta di rinvio del punto, il capogruppo del Partito Democratico ha detto di non essere contrario e che durante la sospensione dei lavori era il partito democratico che trattava per la data del rinvio non certo il centrodestra. Il sindaco Valenti evidentemente pur di scrollarsi di dosso le responsabilità queste cose non le vede e non le dice”.
Infine,i nove consiglieri scrivono: “Ci aspettiamo domani la replica dei sei o sette consiglieri di maggioranza rimasti, i quali ieri hanno parlato in una loro nota di onestà intellettuale e lealtà rivolti al centro destra. Che caduta di stile. A loro diciamo di aprire gli occhi perché sono rimasti gli unici cittadini a Sciacca a difendere ancora il Sindaco Valenti”.