Ecco il progetto Carnevale richiesto e poi ignorato da Agrigento Capitale della Cultura
Oggi a Sciacca il progettista e direttore generale dell’evento, Roberto Albergoni, che prova a metterci una pezza: “Non è tardi per fare insieme un ottimo lavoro”
SCIACCA. Una serie di carri allegorici che contenessero i contenuti particolari relativi alle caratteristiche culturali della nostra terra: Pirandello, i templi, Ferdinandea, Camilleri ecc.: questo uno dei progetti pensati per “Agrigento Capitale della Cultura 2025”. L’idea, proposta attraverso un approfondito lavoro dall’operatore culturale Pippo Graffeo, era stato inserito nel dossier dell’evento che poi ha ottenuto il riconoscimento del Ministero della Cultura. Ma è stato ignorato: nel programma diffuso nelle scorse settimane ci sono solo due righe che promuovono le date dell’edizione 2025. Graffeo nel suo progetto, su sollecitazione dell’organizzazione che nel 2022 e nel 2023 era in mano a Nenè Mangiacavallo, aveva previsto la realizzazione per questa edizione di carri in cartapesta identificativi del territorio provinciale. Dopo la sfilata svolta a Sciacca nel periodo normale della festa, si proponeva di portare in primavera il carro più bello e rappresentativo ad Agrigento. Cosi Sciacca avrebbe dato e, nello stesso tempo ricevuto, un grande contributo dall’evento. Un modo per valorizzare una tradizione culturale che si tramanda e nel contempo si evolve attraverso l’arte dei maestri carristi e ceramisti.
Il lavoro di Graffeo si è poi progressivamente spento e dopo l’entusiasmo e l’apprezzamento iniziale non è più stato tenuto in considerazione. Una serie infinita di silenzi, soprattutto quando il Ministero ha nominato il capoluogo Capitale della Cultura. Il Carnevale di Sciacca, come tanti eventi caratterizzanti della provincia, tra cui l’opera primaria di integrazione ed accoglienza svolta da Lampedusa. Questa mattina il progettista e direttore generale dell’evento, Roberto Albergoni, è stato a Sciacca per mettere una pezza, su invito dell’amministrazione comunale che aveva sottolineato le “dimenticanze”. “Sciacca – ha detto – ha avuto fin dall’inizio un ruolo importante già all’interno del dossier che poi ha avuto la meglio sulle altre candidature, ed è chiaro che continuerà ad averlo nel corso dell’anno e nell’ambito della programmazione di Agrigento Capitale della Cultura”. Comincia un percorso di collaborazione, ma non sappiamo nei dettagli come si possano recuperare tante delle idee inserite nel dossier iniziale. E, soprattutto, come tentare di portare a Sciacca una parte delle ingenti risorse già stanziate e probabilmente già assegnate. Anche in termini di realizzazione di infrastrutture. Albergoni ha ascoltato le critiche di quanti sono intervenuti (è rimasto a Sciacca poco tempo per altri impegni ad Agrigento) tra cui quelle incisive di Filippo Bellanca, che non ha lesinato critiche anche nei confronti dell’amministrazione comunale, che forse nel corso degli ultimi due anni avrebbe dovuto essere più incisiva e presente nei contatti con l’organizzazione agrigentina. “Non c’è stato rispetto per la seconda città della provincia – ha detto Bellanca – speriamo si possa fare qualcosa”.