Ecco i nomi dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro che tornano liberi per scadenza dei termini di custodia cautelare

Lo ha deciso la Corte d’Appello di Palermo su indicazione della Cassazione

Pene ridotte in appello e una pioggia di scarcerazioni per scadenza dei termini di custodia cautelare per alcuni fedelissimi di Matteo Messina Denaro che possono tornare liberi. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Palermo, che su indicazione della Cassazione e per il venir meno della circostanza aggravante del reimpiego economico dei proventi dell’attività mafiosa, era chiamata a rivedere le pene per una serie di capomafia e gregari trapanesi.

La scarcerazione è stata decisa per Nicola Accardo, Paolo Bongiorno, Filippo Dell’Aquila, Angelo Greco, Calogero Guarino, Vincenzo La Cascia, Giuseppe Tilotta, Antonino Triolo, Raffaele Urso e Andrea Valenti. A Urso è toccata la pena più alta: lui, che è di Campobello di Mazara, dovrà scontare 11 anni e 2 mesi; Accardo, boss di Partanna ha avuto 10 anni, cinque in meno della precedente condanna; La Cascia, anche lui di Campobello, 9 anni e 8 mesi, con uno sconto di tre anni rispetto al precedente giudizio di appello; Filippo Dell’Aquila 8 anni e 8 mesi (erano stati 12); Guarino, Triolo e Giuseppe Tilotta 8 anni a testa (erano stati 11 anni per il primo, 11 e 4 mesi per gli altri due); Andrea Valenti scende da 8 anni a 7 e sei mesi; Greco e Bongiorno 6 anni ciascuno (erano stati rispettivamente 8 e 7 anni e due mesi).

Condanna confermata (un anno e 10 mesi) per un imputato minore, Bartolomeo Tilotta. Nel processo era imputato (nella parte andata in ordinario) anche il cognato di Messina Denaro, Gaspare Como, per un periodo reggente del mandamento di Castelvetrano al posto di Messina Denaro, originario dello stesso paese, catturato dopo trent’anni di latitanza il 16 gennaio 2023 e morto in carcere all’Aquila il 25 settembre successivo.