ECCO COME SALVARE L’OSPEDALE DI SCIACCA DAL RISCHIO CHIUSURA
Basta lettere, ordini del giorno e note a Palermo ed a Roma, ora occorre un’azione forte non solo della commissione sanità, ma anche della giunta e del consiglio comunale
Mozioni, ordini del giorno, note all’Asp, alla Regione e anche al Ministro della salute sono ormai aria fritta. La classe politica locale non ha ancora capito che occorre salvare l’ospedale con azioni forti ed incisive.
Le lettere del sindaco e del consiglio comunale non servono a nulla, oggi solo una forte azione con riflessi sul piano mediatico può incidere sulla decisioni delle istituzioni competenti in ordine al rafforzamento del personale medico ed infermieristico.
Ieri sera il grido di allarme del consigliere Salvatore Monteleone, che con la commissione consiliare ha promosso una bella iniziativa, ma non basta dire “ci rivolgeremo al Ministro e coinvolgeremo la deputazione locale”, a Palermo ed a Roma si fanno beffa delle nostre lettere, e poi la deputazione oggi conta davvero poco. Occorre fare di più e suggeriamo cosa: domani sera, al termine della seduta del consiglio comunale, sindaco, assessori e consiglio comunale dovrebbero occupare l’ospedale Giovanni Paolo II, trasferendovi le proprie sedi istituzionali, per difenderlo dall’attacco di chi vuole ridimensionarlo.
Gli organi di governo cittadino devono sottolineare che un bacino d’utenza di oltre 100 mila abitanti, non può essere privato di medici ed infermieri e limitare il proprio fondamentale servizio di assistenza.
Oggi l’ospedale di Sciacca riesce a funzionare a fatica e solo grazie alla disponibilità e al sacrificio dei pochi medici rimasti, che spesso raddoppiano il loro turno per non lasciare scoperto il servizio.