E’ sempre braccio di ferro tra Consulta e assemblea Aica
La Consulta degli utenti dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini prosegue il suo braccio di ferro con l’assemblea dei sindaci e torna per la seconda volta consecutiva a chiamare in causa il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, alla quale forse adesso toccherà convocare le due parti per un chiarimento, nell’interesse dell’intera comunità. E’ impensabile pensare ad un organismo di garanzia dei cittadini fruitori del servizio idrico in provincia di Agrigento che non dialoga con la società pubblica che lo gestisce, quella stessa società voluta con molta determinazione da tutti dopo gli anni di gestione privata.
La Consulta, con una lettera a firma del presidente Alvise Gangarossa, ha scritto al prefetto, ma anche al responsabile della trasparenza e anticorruzione di Aica,ai vertici di Aica e Ati, e all’Anac. L’oggetto della missiva è il solito: “Mancata trasparenza nella selezione del futuro Consiglio di amministrazione”. Ma anche il mancato riscontro alla diffida del 28 gennaio scorso, quella con l’invito ad applicare alcune delibere dell’Arera.
“Noi chiedevamo maggiore trasparenza nei processi di selezione in corso per il futuro Cda di Aica – dice Gangarossa – lo abbiamo fatto con toni appassionati, mentre la risposta diffusa a mezzo stampa dal presidente dell’assemblea dei sindaci non soddisfa le nostre legittime richieste di trasparenza, ma ci delegittima con argomentazioni prive di fondamento”.
Per la Consulta, le dichiarazioni fatte da Provvidenza alcuni giorni fa al giornale LA SICILIA, sarebbero “ai limiti della diffamazione e finalizzate a delegittimare l’interlocutore, piuttosto che entrare nel merito delle questioni e trovare soluzioni”. La Consulta fa notare che sul sito di Aica ad oggi non si trovano ancora il numero definitivo dei candidati al Cda, l’elenco dei nomi, i loro curricula, il verbale di assemblea nella quale vengono stabiliti i criteri di selezione e la richiesta di produrre un’autocertificazione di insussistenza di incompatibilità e cause di inconferibilità dell’incarico. “Tutta la procedura è viziata in modo evidente – continua la Consulta – e la comunicazione è contraddittoria in quanto da un lato rivendica una scelta puramente politica e dall’altro continua a parlare di valorizzare le competenze”.
La Consulta ritiene che alcuni candidati siano palesemente incompatibili. Una in particolare solo per inopportunità. “Ci riferiamo a quella dell’attuale commissario Fiorella Scalia – dice Gangarossa: “C’è un’evidente contraddizione tra la destituzione per “litigiosità” del vecchio Cda e la sua riconferma nel ruolo di commissario – dice Gangarossa – se il vecchio Cda non ha funzionato, l’ingegnere Scalia è responsabile quanto gli altri due membri. Ed oggi – continua – sta potenzialmente usufruendo di un ingiusto vantaggio nei confronti degli altri candidati”. E poi conclude: “Alcune decisioni del commissario, come l’approvazione del piano di riorganizzazione del personale, prese contro il parere dei revisori, risultano difficilmente giustificabili se non ipotizzando inquietanti dinamiche che non figurano nei verbali”.
Giuseppe Recca da LA SICILIA