Dopo oltre 40 anni ed a quasi 90 anni di età, ex sindaco di Sciacca ritorna in Municipio

SCIACCA. Era in Municipio per rinnovare un documento anagrafico ed ha voluto essere accompagnato nell’aula consiliare e nell’ufficio del sindaco. All’età di 88 e dopo oltre 40 anni dall’ultima volta, Peppino La Torre, sindaco di Sciacca per ben 12 anni in periodi diversi e protagonista della vita politica cittadina tra gli anni Sessanta e Ottanta, è ritornato nella massima sede istituzionale.

Lo ha fatto naturalmente da cittadino comune, ancora lucido e attento osservatore di ciò che accade in città. Accompagnato dai familiari, ha incontrato dei dipendenti comunali che lo hanno accolto piacevolmente. Avrebbe voluto incontrare il sindaco in carica Fabio Termine, ma non è stato possibile per gli impegni istituzionali del primo cittadino. Chi è stato con lui per quei pochi minuti di visita, ci dice che l’anziano ex sindaco è apparso emozionato per quel particolare momento. Nel raccontare le vicende politiche cittadine, sia quelle di un tempo che quelle attuali, spesso trascuriamo alcuni aspetti emozionali che riguardano i protagonisti, come il grande orgoglio di indossare la carica di sindaco e la responsabilità che tale autorità comporta.

Giuseppe La Torre è stato tre volte sindaco di Sciacca: la prima volta, giovanissimo, dal gennaio 1962 al dicembre 1964, poi dal dicembre 1968 al dicembre 1973 e infine dall’agosto 1975 al maggio 1980. Ben 12 anni con la fascia tricolore addosso nell’ambito di una militanza storica nel Partito Socialista, all’epoca al governo della città grazie all’intesa con la Democrazia Cristiana che poi si è più volte rinnovata negli anni successivi.

La Torre nella sua storia di sindaco ricorda tra le cose più importanti l’inaugurazione nel viale delle Terme della colonna votiva dedicata alle vittime del Dixmude. Era il 28 giugno del 1964 ed aveva 29 anni. “Una grandissima cerimonia – ci dice – ero orgoglioso di essere sindaco di Sciacca in una giorno di grande valore civile ed alla presenza delle autorità istituzionali francesi che per quella occasione hanno rappresentato il loro Paese. Sono passati quasi 60 anni, oggi mi rammarico che quel monumento simbolo di amicizia tra i popoli sia in stato di abbandono. Tra poche settimane ricorre il centesimo anniversario della tragedia del Dixmude – ci aggiunge La Torre – mi sarebbe piaciuto incontrare il sindaco Termine per sollecitarlo a fare qualcosa, per chiedergli di inserire tra le priorità dell’ente la salvaguardia dei luoghi della nostra storia”.

Giuseppe Recca